Andiamo in Malawi

Inizia

Sono, da anni, un assiduo lettore della rivista Africa, che mi permette di essere sempre aggiornato sugli avvenimenti del continente. Da qualche anno la rivista propone viaggi in alcuni Paesi, con la collaborazione di operatori turistici affermati, che hanno la particolarità di combinare l’aspetto turistico con quello sociale. Sono stato particolarmente attratto da una delle proposte di quest’anno, il Malawi, per una serie di motivi: perché l’accompagnatrice è l’antropologa Irene Fornasiero, con la quale ho viaggiato nel 2018 in Costa d’Avorio e della quale ho già potuto apprezzare professionalità e competenza; perché il tour operator che organizza il viaggio è African Explorer, già testato diverse volte, l’ultima in Madagascar e per me una garanzia, e infine perché di questo Paese conosco molto poco.

Scopro con piacere che, oltre a me, ci sarà soltanto un altro viaggiatore, che incontro all’aeroporto di Addis Abeba: si tratta di Lucia Dutto, originaria della provincia di Cuneo ma che da tanti anni vive a Milano per lavoro. Incontro Lucia, assieme a Irene, all’aeroporto di Addis Abeba. Non conosco Lucia ma ho subito l’impressione, che si rivelerà esatta, che andremo d’accordo. All’arrivo a Blantyre ci aspetta Alessandro Marchetti, che lavora per l’ organizzazione non governativa Orizzonte Malawi. Si stabilisce subito, fra noi quattro, l’atmosfera giusta, che ci renderà immediatamente amici.

Cominciamo la nostra avventura a Thyolo, nel sud del Paese, passeggiando tra le piante del té, e poi il giorno dopo ci rechiamo ai confini del Mozambico, sul monte Mulanje, per un trekking nella foresta che ci condurrà alla cascata di Likhubula. Giunti lì, ci troviamo in compagnia di tanti ragazzi giovani e dei loro accompagnatori adulti, che ci chiedono di fare una foto insieme. Io pensavo a una o due foto, invece ne scatteranno diverse decine, il tutto mentre chiacchieriamo. L’accoglienza per i turisti è decisamente calorosa. Non ci facciamo mancare una visita al mercato locale, molto animato eppure molto più quieto dei mercati che ho visitato in passato in altre città e villaggi africani.

IMG 20230904 WA0003

Il giorno dopo visitiamo una grossa piantagione di té e abbiamo modo di dialogare con i raccoglitori, donne e uomini di tutte le età. Anche in questo caso non mancano le foto di rito. La differenza rispetto agli altri viaggi è che stavolta le foto vengono spesso scattate dai locali, che ci tengono a interagire con noi. Dopo il té, passiamo alle piantagioni di caffé, meno numerose ma non meno interessanti.

P1000059

La passeggiata a Zomba, antica capitale del Paese, ci offre una visita all’orto botanico, immenso e ben curato. Purtroppo non ci sono i nomi delle piante e così cerchiamo una guida che ci spieghi; si offre volontario uno dei giovani guardiani, che però resta sopraffatto dalle nostre domande e risponde spesso imbarazzato. E’ molto più a suo agio a raccontarci dei serpenti che, specialmente di notte, girano per il parco e che lui deve scansare durante i suoi giri di ispezione. Nel pomeriggio ci rechiamo al parco nazionale di Liwonde, per un safari in barca. Oltre a noi c’è una volontaria italiana, Cristina, che conosceremo meglio successivamente alla casa del volontario, alcuni turisti locali e una giovane coppia tedesca con bimbo piccolo. Ci godiamo lo spettacolo di ippopotami, elefanti, e tanti, tanti uccelli. Alla fine del safari, non manca la foto di rito. Mi rendo conto che alcuni dei barcaioli ci fotografano di nascosto, allora sorrido, dico loro che non c’è problema a fotografarci, e così mi chiedono di fare una foto tutti insieme. Di sera dormiamo a Balaka; siamo ospitati nella Casa del Volontario, che ci ospiterà anche per le ultime notti del nostro breve viaggio.

Il lago Malawi è una bellissima sorpresa e contiene una gemma, l’isola deserta di Mumbo. Pernottiamo in un eco-lodge, immerso nel verde e circondato da acque azzurre. Oltre ai quattro ragazzi che si prendono cura di noi, ci sono altre due coppie giovani, una delle quali molto garbata e socievole. Prendiamo il sole, esploriamo l’isola, piena di discese e risalite, ammiriamo il tramonto. Al ritorno, ci fermiamo a visitare il villaggio di pescatori di Cape Maclear.

IMG 20230917 WA0010

Gli ultimi giorni ci riservano un’esperienza singolare: la traversata di parte del lago Malawi a bordo della motonave Ilala, che ogni settimana, salpando dal porto di Monkey Bay, si dirige a nord, navigando le acque di Malawi e Mozambico fino a raggiungere il confine con la Tanzania. Tocca aree remote, per le quali rappresenta l’unico mezzo di collgamento con il resto del mondo. Gli abitanti del Malawi usano l’Ilala non solo per spostarsi, ma anche per trasportare merce, e così vediamo caricare sacchi pesantissimi, poltrone, caprette, galline… Trascorriamo l’intera giornata con la popolazione locale, abbiamo l’occasione di interagire con diverse persone, che si riveleranno diverse da ciò che appaiono a prima vista. Un giovane ragazzo, che a prima vista catalogo come tamarro, a causa della camicia sbottonata di una taglia più piccola e dei gigantechi occhiali da sole, si rivelerà un padre dolcissimo nei confronti del figlioletto, che ci presenta con orgoglio. Un ragazzo seduto al nostro tavolo, dapprima sorridente, scoppia in una crisi di pianto quando racconta della morte dei genitori; è inconsolabile. Solo Alessandro riesce a calmarlo, parlandogli nella lingua locale. Sparrow, questo il suo nome, vorrebbe riprendere la scuola per terminare almeno la primaria. Alessandro lo incoraggia, promettiamo di restare in contatto e aiutarlo.

IMG 20230917 WA0011

Ciò che vi ho raccontato finora è la cronaca di un bel viaggio, non tanto dissimile da altri viaggi. Non vi ho ancora raccontato ciò che ha reso questo viaggio straordinario, unico. Si tratta dell’interazione con la gente locale, in particolare gli operatori locali di Orizzonte Malawi e Andiamo (Andiamo Youth Cooperative Trust). E’ stata un’esperienza incredibile osservare i loro tanti progetti, da quelli sull’istruzione (a Balaka gestiscono una scuola secondaria e una scuola tecnica) a quelli sulla sanità (la gestione dell’ospedale ostetrico e pediatrico). Senza dimenticare il progetto “Tigawane”, una casa di accoglienza per i bambini di strada. Interagire con Henry, il direttore di Andiamo, con diversi insegnanti della scuola, con le ostetriche e le farmaciste dell’ospedale, osservare il proprio lavoro, l’entusiasmo e l’energia con cui affrontano e superano, ogni giorno, ostacoli vecchi e nuovi… La permamenza alla Casa del Volontario ci ha permesso di respirare a pieni polmoni questa atmosfera. Particolarmente intenso è stato il nostro ultimo giorno, ricco di vita locale. Abbiamo cominciato con la visita al mercato di Balaka, dove, già che c’ero, ne ho approfittato per comprare un po’ di fagioli freschi, da cucinare con la pasta al mio ritorno. Durante la fine della visita sento delle urla terribili, seguite da un pianto disperato: un bambino piccolissimo ha appena visto, per la prima volta, l’uomo bianco, cioè io, e ne è spaventatissimo. Gli adulti ridono, la mamma lo prende in braccio e cerca di avvicinarlo a me, ma il bimbo è terrorizzato, si contorce, cerca di scappare. Sorrido alla madre e le dico di lasciar stare. Con Alessandro, Henry e Cecilia, la responsabile della comunicazione di Andiamo, andiamo poi a visitare un villaggio non lontano dalla città, e ci fermiamo a pranzare con la popolazione locale, molto ospitale. Seduti all’ombra di un grosso albero, con le donne di fronte a noi, gli uomini al nostro fianco, e i bambini ovunque, ci rivolgiamo domande reciprocamente, per conoscerci meglio, per abbattere quri pregiudizi inconsapevoli che abbiamo nei confronti di chi non conosciamo. Alla fine della giornata il capovillaggio ci ringrazia, perché è la prima volta che ha mangiato con persone bianche.

IMG 20230917 WA0005

Di sera, al ritorno alla Casa del Volontario, ci aspetta una sorpresa; sono infatti venuti a salutarci i membri dell’Alleluya BAND, un gruppo musicale tra i più famosi del Malawi, di ritorno da un tour di 3 mesi in Europa. Hanno suonato a Lisbona, davanti al Papa, durante la Giornata mondiale della gioventù, e hanno tenuto concerti nelle diverse piazze italiane per tutta l’estate. Ceniamo tutti insieme e alla fine, per salutarci e augurarci buon viaggio, intonano alcuni pezzi per noi, facendoci sentire veramente speciali.

IMG 20230917 WA0004

10 Comments

  1. Grazie, Maurizio! Ho ripercorso con te il tuo viaggio e ti dico gia’ che utilizzero’ il racconto del bambino spaventato dall’uomo bianco con i miei studenti: vale piu’ di mille altre parole su integrazione, diversita’, comune umanita’. E nel 2024 dove andrai? Credo tu ci stia gia’ pensando!

    • In realtà mi era già capitato in Camerun e in Togo, nelle aree remote del nord, di spaventare i bambini in quanto uomo bianco. Alcuni sono curiosi e si avvicinano, altri scappano, altri ancora, terrorizzati, piangono. Non so ancora dove andrò nel 2024, le idee sono tante…

  2. Grazie Maurizio,! E grazie a tutte le persone che hanno avuto il tempo e la voglia di incontrarci e, soprattutto, di raccontarsi, mostrarsi e condividersi! Per me un viaggio rappresenta questo: un incontro di anime e di vissuti da “scambiare”.
    Un abbraccio a te e a tutti i nuovi amici in Malawi 🇲🇼

  3. Ho appreso oggi della morte di Salvatore Scamardella, amico vero. Storico proprietario dell’agenzia “Flegrea travel”, è stato l’ispiratore di diversi miei viaggi. Ci siamo visti l’ultima volta nel 2019, ma da allora ci siamo sempre scritti. E’ stato lui a incoraggiarmi a scrivere di viaggi nel blog e, dopo ogni mio articolo, mi mandava un messaggio di apprezzamento. In realtà voleva che io scrivessi un vero e proprio libro con tutti i miei viaggi, ma non è mai riuscito a convincermi.
    Salvatore,
    non hai avuto il tempo di leggere questo ultimo articolo, ma questo scritto è tutto per te; ti sia lieve la terra.

  4. Grazie. Bellissimo racconto che mi ha riportata indietro al mio unico (ed indimenticabile) viaggio nel continente africano. Più che viaggio fu un soggiorno di due mesi in Kenia. Quando L Africa ti entra dentro non ne esce più. Anche se ovviamente i paesi e le zone non sono tutti uguali (Africa è un continente enorme) comunque hanno lo stesso denominatore : un ambiente naturale in molte zone ancora incontaminato e la dolcezza e bellezza dei bambini , che sono il futuro dell Africa.

Lascia un commento

Your email address will not be published.