Oggi è successa una cosa particolare: pappece blog ha ricevuto una e-mail, in cui si chiede di dare visibilità al tema delle diverse forme di schiavitù attuali (matrimoni forzati, lavori in condizioni di schiavitù, etc.) rilanciando l’articolo di Arnold Mutinda “What is Modern Slavery: A comprehensive research”. Lo faccio volentieri, invitandovi ad aprire questo LINK.
Riassumendo (in italiano): quasi 50 milioni di esseri umani, lo 0.61% della popolazione mondiale, sono soggetti a forme di moderna schiavitù. Le donne rappresentato il 54% delle vittime, gli uomini il 46%, gli adulti il 75%, i bambini il 25%.
Queste forme di schiavitù sono i matrimoni forzati, il lavoro forzato (sia da parte dello stato che di privati), il commercio sessuale. Trovate molto di più nell’articolo in inglese.
Le fonti di questa ricerca sono: International Labour Organization (ILO), the International Organization for Migration (IOM), and the Walk Free organization
A proposito delle schiavitu’ moderne, guardiamo il lavoro intorno a noi: nero, sottopagato, oltre orario, precario, lontano, delocalizzato. Un lavoro che ti consuma e non ti permette di partecipare alla societa’, che non ti da la possibilita’ di curarti, che ti aliena e ti costringe a un pendolarismo estremo.
Un lavoro agognato e spesso perduto dopo solo un sms di avviso; un lavoro che ti vuole attivo fino alla vecchiaia , ma se lo cerchi sei sempre troppo vecchio.
Un lavoro agognato con cui masse di persone sfidano i mari per sopravvivere ai margini delle nostre campagne.
Un lavoro che rende schiavi del gruppo o della sua stessa famiglia chi non ce l’ha.
Che dire di piu’?
Una parola, caporalato. Ci si chiede ” ma come è possibile che esista ancora oggi, nel nostro paese, e che vada avanti indisturbato?” Eppure è così. Che fine ha fatto quel delinquente che scaricò davanti casa sua il lavoratore cui una macchina aveva strappato un braccio ? Perché le “nostre” battaglie, seppur nobili, finiscono nel silenzio ?