Amico mio: i tormenti della preadolescenza

Inizia

Spesso sento i miei coetanei parlare in maniera nostalgica dell’adolescenza e ogni volta mi stupisco; infatti, i miei ricordi di quel periodo non sono eccezionali, pur non avendo vissuto alcun dramma particolare. Se invece penso alla mia preadolescenza, a quell’età che va dai dodici ai quattordici anni, ricordo un periodo di incertezza, dovuto alla necessità di razionalizzare un momento infelice della mia infanzia (un’operazione urgente, molto probabilmente causata da una diagnosi sbagliata) non avendone ancora gli strumenti. Questo dolore, che non aveva ancora i mezzi giusti di espressione, sfociò in una depressione, risolta abbastanza velocemente quando presi coscienza di me.

La mia preadolescenza mi è tornata in mente leggendo, su Robinson, un suggerimento di lettura di Piergiorgio Paterlini; lo scrittore reggiano proponeva, quella settimana, la lettura del romanzo Amico mio del giovane scrittore Gianmarco Perale, presentando il romanzo come qualcosa di diverso dai soliti clichés sull’adolescenza, e così mi sono detto che non potevo non leggerlo.

Amico mio 1

L’editore, NN, presenta il libro con le seguenti parole: Tom ha tredici anni, è in terza media e nutre un’amicizia esclusiva e totalizzante per il suo compagno Poni. In classe e agli allenamenti di calcio gli riserva attenzioni costanti, che l’amico ricambia con affetto genuino ma sempre più prudente. Un giorno, per difendere l’amico, Tom spacca il naso a un compagno di classe: finiscono tutti dal preside ed è Tom a pagarne il prezzo. Preoccupata e sola, la madre non riesce a decifrare i comportamenti del figlio e si affida a uno psicologo, ma gli adulti rimangono ai margini del mondo di Tom, convinto che il suo modo di dimostrare l’amicizia sia l’unico possibile. Incompreso e angosciato dalla distanza che Poni comincia a mettere fra loro, Tom si scopre pronto a tutto pur di tenerlo vicino. In un crescendo senza tregua, Gianmarco Perale ci conduce in un viaggio dentro un sentimento d’amore nuovo, indicibile, che ha i tratti di un’ossessione prepotente e disperata. Amico mio è un romanzo vivido e commovente, di dialoghi fittissimi, che ci ricorda le emozioni feroci e le ferite invisibili dell’adolescenza, quelle scintille di verità, a volte spaventose, capaci di rivelare la nostra natura più autentica.

Questo romanzo mi ha emozionato perché l’autore è riuscito a raccontare la storia di un tredicenne facendocela vivere con gli occhi, il cuore, le emozioni di un preadolescente. Tom è alla prese con un sentimento molto potente, l’amore amicale, senza avere ancora acquisito tutti gli strumenti per gestirlo. Si ritrova così a doverne gestire gli effetti collaterali, quali la gelosia, il possesso, la delusione, l’ossessione… Il romanzo è raccontato in prima persona con la voce tredicenne di Tom, ma la scrittura è sempre accurata.

L’editore raccomanda questo libro a chi amava vestirsi da pirata a carnevale, a chi ricorda i pomeriggi passati a vedere Harry Potter alla tv, a chi scrive poesie senza preoccuparsi delle rime, e a chi ha inventato un mondo nuovo, di terra e di acqua e di cielo, dove gli uomini e le donne si capiscono e si proteggono.

Io lo suggerisco a tutti quelli che durante l’adolescenza hanno sofferto, a quelli che hanno dimenticato la propria adolescenza, a quanti hanno contatti quotidiani con gli adolescenti, siano essi i loro familiari, i loro studenti, o semplicemente i lanzichenecchi vicini di posto in treno, e fanno fatica a capirli.

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