In questi giorni di settembre è stato lanciato un nuovo progetto per gli italiani, per le italiane, e per tutte le comunità migranti in Svizzera: Siamo qui.
È la piattaforma, elvetica, di ITACA, la casa di chiunque parta. La nostra associazione, che ha la sua sede internazionale a Bruxelles, intende intercettare i bisogni delle persone che intraprendono il percorso migratorio proponendosi come faro, punto di riferimento, per l’accoglienza e il supporto necessari a sentirsi nuovamente a casa in un altro Paese.
Quando si varcano dei confini mutano i contesti sociali, le consuetudini culturali ma restano i problemi principali che larga parte della popolazione in Italia o all’estero deve affrontare nel corso della propria vita: la ricerca di una casa, l’inserimento lavorativo, l’accesso al welfare.
A questi temi trasversali se ne affiancano altri più specifici legati alla lingua, allo spaesamento, al riconoscimento della condizione di exptat o di straniero, qualche volta alla solitudine. Si tratta di questioni che vanno tenute in debita considerazione nonostante il netto miglioramento delle condizioni di partenza e di arrivo delle persone che oggi si mettono in viaggio.
Possiamo e vogliamo, infatti, porre l’accento anche sulle tante possibilità che offre l’esperienza migratoria almeno in questa parte privilegiata del mondo: oggi andarsene vuol dire, pandemia permettendo, poter tornare e ripartire più volte nel corso dello stesso anno, significa non abdicare alle amicizie grazie alla semplicità delle comunicazioni, accedere a un universo ricco di relazioni e esperienze, di diversità e di differenze, cogliere occasioni di miglioramento del proprio quadro di vita talvolta potendo scegliere tra diverse opzioni.
D’altra parte, è importante avere coscienza che avere a disposizione un volo low cost non ci esime dall’affrontare un nuovo contesto di vita e di relazioni che non sempre e non da tutti è stato cercato e voluto. La facilità di varcare delle frontiere, sia benedetto questo diritto e sia esteso a tutte le persone di questa terra, non significa trovare automaticamente società disposte a fare spazio a ognuno di noi. Bisogna inoltre registrare come, a differenza delle partenze storiche che hanno interessato i migranti di ieri, oggi si parta da soli, spesso non accompagnati da alcuna rete di supporto, né familiare né legata a conoscenze del paese di partenza.
Se negli anni 90 e agli inizi del 2000 si poteva parlare di partenze per studio, ricerca, esperienze di vita oggi è molto più complesso farlo. Nella maggioranza dei casi siamo di fronte a persone che lasciano l’Italia o altri contesti nazionali per ragioni economiche e sociali.
ITACA tiene conto di questo, e di altro, quando cerca un’interazione con gli interpreti della nuova mobilità transazionale, provando a fornire soluzioni e a costruire assieme ad altri una rete di comunità in questi nostri tempi troppo votati alla chiusura in piccole e autoreferenziali bolle.
Lo fa per convinzione di un mondo migliore possibile, senza barriere, lo fa per passione e identificazione con chi lascia, arriva, parte e riparte. La parola di oggi è fluidità. Vogliamo affiancarvi alcune delle nostre più storiche, strutturate e resistenti: solidarietà, uguaglianza, diritti.
Enrico Pugliese vive a Ginevra dopo aver girato l’Europa per desiderio di conoscenza e per ricerca. Storico, attratto da una politica che forse non c’è più, si impegna, nei limiti del possibile, qui e ora, per una società più giusta.