Programma di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana – Italiani all’estero

Inizia

Pubblico volentieri il programma per gli Italiani all’estero dell’alleanza Sinistra italiana – Verdi

I dati del Rapporto Italiani nel Mondo 2021 della Fondazione Migrantes ci dicono che, al 1° gennaio 2021, la comunità degli Italiani residenti all’estero è costituita da 5,6 milioni di unità, pari al 9,5% dei quasi 60 milioni di cittadini residenti in Italia. Di questi, più del 54% è residente in Europa.

I dati sui flussi migratori ci parlano di un paese che ha ripreso a migrare. Dati nei quali non sono peraltro inclusi tantissimi nostri connazionali che scelgono di non registrarsi all’AIRE per paura di perdere tutele o per insicurezze temporali legate al loro status di emigrato. Nell’ultimo decennio sono milioni gli italiani che si sono trovati costrette ad emigrare in cerca di un futuro migliore, futuro che in Italia non è possibile trovare data la crisi sociale ed economica.

Migrare deve essere un diritto, una scelta, non una costrizione.

Non siamo di fronte a una “fuga di cervelli” ma ad un fenomeno migratorio grande e complesso che deve essere per noi un indicatore assai preoccupante di un paese che non dà futuro e prospettiva. Un segnale netto sull’urgenza di ricostruire diritti e giustizia sociale, a cui si aggiunge la necessità di cambiare le forme organizzative della cittadinanza italiana all’estero, oggi non adatte ai nuovi percorsi migratori in atto.

L’Alleanza Verdi e Sinistra propone a tutte le elettrici e gli elettori nella circoscrizione estero i seguenti punti:

  • Riforma circoscrizione estero e dei suoi organismi di rappresentanza. L’attuale rappresentanza per l’estero, dopo il taglio dei parlamentari, ha un rapporto di elettori-eletti che scoraggia qualsiasi intervento strutturale, e rende impossibile una reale incidenza sulle politiche nazionali. Abbiamo bisogno di togliere la rappresentanza degli italiani all’estero dalla marginalizzazione in cui è stata relegata. Proponiamo quindi una sostanziale riforma o l’integrazione degli elettori all’estero nelle circoscrizioni italiane di ultima residenza, da collocare nel contesto di una più equilibrata riforma della cittadinanza e anche di una piena applicazione dei principi della cittadinanza europea. Tutti i cittadini devono poter essere liberi di esprimere il proprio voto dall’estero per candidati nel territorio nazionale italiano. Di pari passo, chiediamo una riforma del CGIE e dei Comites con la consapevolezza che tali organismi, per come sono attualmente strutturati, non hanno mezzi e funzioni per rispondere alle esigenze della nostra comunità ed in particolare alle caratteristiche della nuova migrazione, e la scarsa partecipazione alle ultime elezioni ne è la conferma. La riforma della rappresentanza deve puntare a valorizzare le esperienze più di prossimità (a partire dai Comites) e renderle più inclusive, aperte e capaci di sviluppare un lavoro di supporto e integrazione.
  • Istituzione di una commissione bicamerale permanente per gli italiani all’estero. Già nella scorsa legislatura la Camera aveva approvato l’istituzione di una commissione bicamerale per gli italiani all’estero, ma il progetto è stato poi bloccato in Senato. Riteniamo necessario e urgente, anche alla luce della riduzione del numero di parlamentari, che questa venga approvata già all’inizio della prossima legislatura. La commissione dovrà essere riferimento politico per la comunità italiana all’estero, tenendo conto delle evoluzioni sociali e generazionali e lavorando per individuare e risolvere i problemi emergenti.
  • Attuazione del voto digitale. Le procedure di voto attualmente previste dal Ministero dell’Interno per garantire il voto ai nostri connazionali residenti all’estero sono farraginose e dispendiose, le esperienze di brogli e/o perdita di voti sono evidenti. Pertanto, proponiamo di adottare soluzioni alternative basate sulla digitalizzazione come il voto elettronico certificato, effettuato in ambasciata, consolato o tramite sezioni elettorali mobili, o, vista la prossima introduzione per l’estero, tramite SPID.
  • Riconoscimento formale dei diversi status di chi emigra: permanente, semi-permanente e temporaneo, con l’introduzione di diverse tipologie di iscrizione AIRE. Attualmente l’AIRE risulta un sistema sottrattivo di diritti, specie per chi si trova in percorsi precari e frammentati: proponiamo quindi una differenziazione dello status di emigrante permette l’introduzione di strumenti differenziati di welfare, tassazione, diritti e doveri dei cittadini esteri basati sui differenti status.
  • Riforma per l’accesso degli iscritti AIRE al Servizio sanitario nazionale italiano. Secondo il Ministero della Salute, i cittadini italiani che trasferiscono (o hanno trasferito) la residenza in uno Stato in cui non è in vigore alcuna convenzione con l’Italia perdono il diritto all’assistenza sanitaria sia in Italia sia all’estero, all’atto della cancellazione dall’anagrafe comunale e dell’iscrizione all’AIRE. Proponiamo che l’Italia garantisca l’accesso al Sistema sanitario nazionale a tutti gli iscritti AIRE in base al loro status.
  • Protocolli di reciprocità con gli Stati europei per i capitoli sociali fondamentali. In un contesto di precarietà e incertezza, l’Italia dovrebbe garantire tutte le tutele necessarie per tutti i suoi cittadini, in Italia o all’estero. Proponiamo che capitoli sociali come disoccupazione, pensioni, invalidità, matrimoni, adozioni e cittadinanze vengano riconosciuti come diritti all’interno dell’unione europea.
  • Vogliamo rafforzare le agevolazioni fiscali e di misure di welfare per i cittadini che rientrano dall’estero; il cui focus va sempre più spostato dai cervelli in fuga e dagli investitori a tutti i connazionali che rientrino in Italia in maniera definitiva. Queste misure e tutte le altre agevolazioni devono inoltre essere adeguatamente promosse nelle nostre comunità, in questo senso è utile la creazione di un portale per gli italiani all’estero che sia un punto informativo accessibile ed esaustivo.
  • Riforma dell’organizzazione degli uffici consolari all’estero. Il personale e i fondi degli uffici consolari risultano ancora inadeguati rispetto ai numeri effettivi dei connazionali all’estero, che hanno assistito ad una riduzione dei servizi e un allungamento dei tempi di fruizione, con attese che arrivano in alcuni casi fino a nove mesi. Chiediamo quindi lo stanziamento di maggiori fondi per gli uffici consolari e assunzioni che siano calcolate sulla base di numeri reali di presenza di nostri connazionali in un determinato paese, non solo sui dati AIRE.
  • Sviluppare la circolazione delle informazioni e garantire percorsi di orientamento per chi ha già scelto di studiare o lavorare in Europa. Proponiamo un aumento dei fondi per il circuito degli Istituti Italiani di Cultura e per la promozione della cultura italiana all’estero, serve infatti un impegno maggiore per favorire l’apprendimento della lingua e della cultura italiane, in particolare i corsi di lingua e cultura italiana devono essere adeguati alle esigenze crescenti e sempre più differenziate delle italiane e degli italiani all’estero. Inoltre, attraverso l’impegno delle diverse istituzioni presenti all’estero, bisogna agevolare l’integrazione nel sistema scolastico locale, in particolare quella dei bambini emigrati durante l’età scolare.
  • Accelerare la digitalizzazione. La burocrazia consolare e le tante procedure previste per tutti gli Italiani residenti all’estero beneficerebbero di una maggiore apertura sul fronte digitale. Proponiamo l’accesso digitale a un maggior numero di procedure burocratiche nonché la promozione di maggior dialogo digitale tra i vari Ministeri per le operazioni consolari e l’integrazione dei sistemi di identità digitale tra i vari paesi Europei. La digitalizzazione dell’amministrazione estera sarebbe un ottimo banco di prova per l’agenda digitale in Italia.
  • Strumenti concreti per chi sceglie lo studio all’estero. Chiediamo una migliore armonizzazione dei titoli di studio, anche con accordi bilaterali con i paesi del territorio europeo (EU e non EU) per uno snellimento delle pratiche burocratiche universitarie e dei relativi costi per il riconoscimento dei percorsi di Laurea Triennale, Master e Dottorato. È allo stesso tempo necessario lo sviluppo di strumenti per aumentare la partecipazione a bandi europei inter-universitari da parte di tutti gli Atenei italiani e l’istituzione di borse di studio nazionali per l’area geografica europea per la realizzazione di progetti di ricerca e innovazione. Infine, agevolazioni basate sul reddito per la certificazione di una lingua straniera durante il percorso di studi universitari.

Lascia un commento

Your email address will not be published.