Cara sinistra, è ora di svegliarsi

Foto tratta da Facebook

Nei giorni scorsi si è insediato il nuovo parlamento italiano e, appena qualche giorno dopo, il nuovo governo di destra, come legittima conseguenza della netta vittoria alle elezioni dello scorso 25 settembre. Non commento sui nomi delle massime cariche istituzionali e dei ministri; sono certo che, dal punto di vista umano, siano tutti delle brave persone, ma dal punto di vista politico le loro storie, azioni e dichiarazioni rappresentano tutto quello che io combatto da sempre e rischiano di far tornare le lancette dell’orologio della storia italiana indietro di decenni.

Ne parlavo con mio padre, 77 anni, uomo di sinistra da sempre, che anche questa volta, come al solito ha votato a sinistra, e le sue considerazioni mi hanno sorpreso. Mi ha detto infatti: “Io mai voterei questa gente qui, ma non mi fanno paura. Al di là dei principi, nella vita quotidiana non possono fare, alla gente come me, niente di peggio di quanto fatto finora: la pensione è sempre più bassa, i servizi funzionano sempre meno. Non li voterei mai, ma questi qui non possono far peggio …”

Le sue parole mi hanno fatto riflettere, e hanno spinto il mio già alto malessere post-elezioni a livelli estremi. Ho avuto purtroppo la conferma, l’ennesima, che la sinistra non è più capace di rappresentare il suo popolo, e nemmeno di parlargli. Lo pensavo da tanto ma, se queste considerazioni sono presenti anche a casa mia, dove mai si salterebbe una votazione e mai si voterebbe a destra, non oso immaginare quali discorsi si facciano altrove.

Mentre nel PD si consuma l’ennesima resa dei conti, non vedo, a sinistra, nel mio partito, alcun tentativo di analizzare le cause del nostro risultato elettorale. Abbiamo ottenuto il 3.5% dei consensi, contro il 3.4% delle politiche 2018. Se nel 2018 aveva votato circa il 73% degli aventi diritto al voto, questa volta ha votato solo il 64% degli aventi diritto. E’ da circa 15 anni che non superiamo queste percentuali, eppure tra gli iscritti, almeno tra quelli che frequento io, la cosa non sembra particolarmente preoccupante: si discute animatamente se sia stato giusto presentarsi in coalizione col PD invece che presentarsi da soli, come se il risultato dipendesse ogni volta dal PD e non da noi. E’ vero, in Europa siamo andati meglio, sia nel 2018, quando abbiamo raggiunto un 5.4%, che quest’anno, quando abbiamo superato nettamente il 9%; la ragione secondo me sta nel fatto che, sia nel 2018 con Liberi e Uguali, che quest’anno con l’Alleanza Verdi Sinistra, abbiamo ben utilizzato il fatto che all’estero è possibile esprimere le preferenze, presentando candidati con solide competenze su argomenti specifici, decisamente sopra la media dei candidati degli altri partiti.

Da qualche mese sto lavorando regolarmente in Italia, per circa una settimana al mese; i miei luoghi di lavoro sono le fabbriche, e per recarmi lì prendo il treno dei pendolari alle 6 di mattina. Sono questi i luoghi in cui incontro la nostra gente, quella gente che da più di un decennio non si sente rappresentata dalla sinistra e ha smesso di votarci. Eppure i problemi di vita quotidiana che devono affrontare sono molto più numerosi di quelli di vent’anni fa. Io credo che la sinistra abbia perso la capacità di parlare a questa gente, soprattutto perché ha perso la capacità di ascoltare: la sinistra ha spesso le risposte, ma forse le domande sono altre. La presenza sul territorio diminuisce, eppure è tanta la presenza di associazioni e laboratori impegnati nel sociale. A questa gente, che rappresenta il nostro interlocutore naturale, non sappiamo parlare più.

Mi aspetterei perciò una seria e profonda riflessione sulla nostra gestione politica degli ultimi 10-15 anni, per comprendere come siamo arrivati fin qui e correggere la rotta. Non so se questa riflessione avverrà, o forse sta già avvenendo e io non ne sono a conoscenza, e non so nemmeno chi leggerà questo articolo, ma vorrei comunque dare il mio punto di vista su alcuni punti critici:

  • I politici della destra sono percepiti, a torto o a ragione, come parte del popolo, mentre gli esponenti della sinistra come fighetti radical-chic (e in alcuni casi lo siamo). Io credo che il maggior merito di Giorgia Meloni, assolutamente non sottolineato a sinistra, sia quello di essere diventata presidente del consiglio partendo dall’organizzazione giovanile del suo partito, con origini familiari modeste. E’ quello che dovrebbe accadere a sinistra, ma non accade. Lo stesso Salvini è percepito come uno del popolo. Ricordo bene che, quando nel 1999 mi trasferii a Milano, lo incontravo regolarmente in città mentre, da semplice consigliere comunale, volantinava.
  • Molti di noi sono già in contatto con le associazioni presenti sul territorio. E’ vero, ma complessivamente non lo siamo abbastanza, e dobbiamo comunque trovare un modo migliore per comunicare le nostre azioni e le nostre idee. Io credo che la mia generazione, quella dei quaranta-cinquantenni, abbia complessivamente fallito sul piano della comunicazione. Sarebbe bene lasciare questi compiti alle generazioni successive, e dare loro il più ampio spazio possibile. Ottima è stata la scelta di candidare Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro, che hanno fatto delle loro vicende personali delle vere e proprie lotte civili e sociali, dando voce agli invisibili.
  • Per le persone fino alla mia generazione, che hanno ascoltato da nonni e genitori i racconti della dittatura e della guerra, l’antifascismo è un valore e un principio a sé stante. Non è così per i ventenni di oggi, che, per comprenderne l’importanza, devono coniugare l’antifascismo con la negazione dei diritti di oggi. Per loro La Russa non è pericoloso perché a casa colleziona i busti del duce, ma per le sue dichiarazioni contro i diritti delle minoranze. Proprio per questo bisogna combattere per tutelare i diritti civili e sociali già acquisiti, e lottare per conquistare quelli che mancano. I temi ambientali non possono e non devono essere slegati da quelli sociali e civili. Il tema del lavoro, inclusa la sicurezza sui luoghi di lavoro, deve essere il punto cardinale della sinistra italiana.
  • Per quanto scritto sopra, ritengo che l’alleanza elettorale Verdi – Sinistra italiana debba diventare un vero e proprio partito, come sarebbe dovuto già accadere con Liberi e Uguali nel 2018. Non accadde per ragioni che io ancora non riesco a comprendere.

Concludo questa mia riflessione con le parole che Norma Rangeri ha scritto qualche giorno fa: “Noi di sinistra, come ogni cittadino democratico e antifascista, dobbiamo chiederci come mai siamo stati sconfitti tanto duramente, per quali ragioni ci ritroviamo la destra al potere, perché non siamo riusciti a diventare una maggioranza solida, credibile, duratura”.

13 Comments

  1. Bella e coraggiosa analisi ..d’accordo sulle cause della crisi di rappresentaza delle istanze popolari della pseudo-sinistra italiana…sulle soluzioni sono più radicale . Io penso occorra partire dal linguaggio, dai mezzi e dalle forme di comunicazione,. Quando sento certi dibattiti interni e leggo certi programmi mi sembrano fatti e scritti per sembrare elitari e distanti neille forme comunicative ed anche nei contenuti. D’accordo anche con tuo padre nella considerazione di questa destra …. non paura ma ribrezzo!

  2. Ottimo! Concordo, ma abbiamo bisogno di un GRANDE partito completamente rinnovato, con giovani nuovi e vicini ai problemi dei tanti che abbiamo perduto… basta con la vecchia classe dirigente elitaria, pavida ,ambigua,su molti temi e soprattutto sulla guerra e sulle spese militari, appiattita sull’esaltazione di Draghi… lo dice una che appartiene alla generazione di tuo padre…

  3. Ciao, prima di tutto grazie per aver avviato la discussione.
    Prima di tutto, io spero in una nuova sinistra che nasca da questa esperienza. Che si allontanino alcuni e si avvicinino altri. Come si dice: far di necessita’ virtu’.
    Poi ti parlo da potenziale elettrice dei Verdi e Sinistra Italiana, ma volendo anche di Possibile. Potenziale perche le liste in Asia non permettevano scelte: 4 partiti presenti.

    Pero’ io vorrei un Pd grande e unito, un Ulivo o come lo volete chiamare. Sono convinta che si debba e si possa essere parte di un grande partito sfaccettato, ma non riesco a condividere la posizione attuale del Pd, neppure sulla manifestazione del 5.11.

    Sarebbe lunga dirti come ho visto cambiare il partito, lo sai che ho 60 anni. E che non sono mai corsa dietro alle tendenze del momento. Ma prima era il partito Chiesa, poi di moda, poi ‘ leggero’, poi ‘ responsabile’. E sempre con uno sguardo romantico rivolto al centro. Poi il partito del 40%, che non ha voluto capire che molti abbiamo votato li’ solo per evitare chi era sul fronte opposto. 😉 E poi Staisereno, il ritorno del professore dalla Francia. E la spasmodica ricerca del capo che riporti i voti.

    Quando sono rientrata per un po’ a Roma, volevo impegnarmi. Sono andata al circolo Mafai di Donna Olimpia: ho evitato i circoli di Monteverde alta perche’ ho pensato di trovare una realta’ migliore li’. Risultato: ti siedi ad ascoltare un dibattito e nessuno ti chiede chi sei, si presenta, ti rivolge la parola. Ti guardano sospettosi.

    Ma, impavida, ho partecipato per varie domeniche alla raccolta di firme per l’articolo 18 con molte associazioni del mio quartiere: beh, quelli di Rifondazione mi chiamavano ‘signora’ perche’ non fumo, non bevo e sono ordinata.

    Ecco, un po’ di serieta’, di valori, di sostanza dovrebbero essere reintegrati. Si deve vedere da come uno si comporta la propria collocazione politica, da come considera gli altri, da come lavora.
    E ci dobbiamo ricordare che siamo privilegiati, e che e’ facile disquisire sul meglio, se non devi fare i conti per mangiare tutti i giorni.

    Se abbiamo deciso che non ci sono piu’ le ideologie novecentesche, che tutto e’ fluido, allora dobbiamo accettare che le persone spostino il voto tanto per provare e secondo le promesse. E che non votino piu’.
    Dobbiamo prenderne atto, e lavorare per un mondo migliore, che si deve provare a fare subito, perche’ la vita e’ una.

    Concludo con un mio grido di dolore per il nome dato al mio Ministero. E ti annuncio che scrivero le mie istanze al Ministero dell’Istruzione, dimenticando la seconda parte del nome: resistenza passiva.

  4. Attraverso un’analisi dei dati sulle elezioni presenti e passate dalla caduta della DC fino ad ora ho visto che da quanto Berlusconi ha legalizzato la destra al governo i voti che hanno preso rimangono attorno ai 12 milioni di voti.
    La cosa che è aumentata in questi ultimi 20 anni è l’astensionismo e annullamento di schede 4.5% in queste elezioni !
    Coloro che votavano a sinistra hanno smesso di farlo perchè la sinistra ha smesso di rappresentarle e di voler sostenere le classi più deboli o più disagiate.
    Da amiche ho sentito frasi tipo “mi sono stancata di dover sempre votare per il meno peggio” o “le politiche locali del PD sono sleali anche loro sono interessati solo alle poltrone”.

    I giovani sono molto interessati a politiche ambientali e credo che la sinistra non si è interessata troppo a fare programmi che parlassero di questi temi connettendoli anche a povertà e disagi.
    Forse la sinistra è proprio scomparsa dalle piaźze, dai circoli. Ha smesso di riunirsi o/e non è riuscita a coinvolgere le nuove generazioni ma si è ghetizzata in piccole riunioni.
    Anche le posizioni sulla guerra in Ucraina sono state ambigue, poteva essere un tema storico su cui prima discutere e poi prendere una posizione politica e invece si è bypassata la storia facendo scelte atlantiste. Chiudendo così un potenziale dibattito.
    Mi sembra che negli ultimi 20/30 la politica sia cambiata, è diventata filo americana, concentrandosi su un leader con il suo slogan facile da ricordare. Alla Meloni gliela hanno pure mixato il suo slogan. E a proposito credo che il PD avrebbe dovuto dare più spazio alla Schlein e persone come lei che lo sono veramente di sinistra. Magari potrebbe fare scuola ai colleghi…

  5. Carissimo Maurizio
    concordo su molta parte del tuo giudizio e sull’autocritica, di cui solo noi ormai siamo rimasti maestri, senza discepoli.
    Mi permetto una riflessione che ormai mi accompagna da anni di militanza nella sinistra, oggi, e nei verdi, nei miei anni verdi.
    Il partito rosso/verde l’avevamo costituito, si chiamava Sinistra Ecologia Libertà, ma qualcuno ha pensato bene di tenersi il “pallone” sotto il braccio e scappare buttandolo giù dal un burrone da cui nessuno più poteva recuperarlo.
    Il passaggio con LeU è stato complicato e tutto sommato è stata una sorta di fusione a freddo, difficilmente avrebbe portato alla costruzione “a caldo” di un partito. Le anime al suo interno erano davvero troppo differenti, tant’è che la loro collocazione, per rientrare a far parte del nuovo Parlamento, si è trovata perfettamente all’interno del partito che molti di loro avevano contribuito a fondare 15 anni fa.
    L’Alleanza Verdi – Sinistra, che aggrega anche Possibile e le reti civiche che in tutti questi anni si sono costituite su tutto il territorio nazionale, avvia un percorso inclusivo senza far snaturare le proprie “identità”. Come un chiasmo, come lo Yin e Yang si compenetrano nella loro complementarietà. Forse ricorderai quell’intervento che feci in apertura del secondo congresso di SEL a Riccione dove dissi proprio che il Rosso e il Verde il nostro occhio li vede in modo complementare, esattamente come la pellicola fotografica. Quando vede rosso, al nostro interno si impressiona il verde.
    Sono profondamente convinta che le due realtà siano così non può esserci l’una senza l’altra.
    Per quanto riguarda il tema del consenso. Hai ragione. Il nostro elettorato in termini numerici si aggira sempre attorno al milione di voti. Comunque si chiami: Sinistra l’Arcobaleno, Sinistra Ecologia Libertà, Liberi e Uguali fino ad Alleanza Verdi e Sinistra facciamo all’incirca un milione di voti.
    Ma la composizione non è sempre la stessa: il primo, il secondo e il terzo erano un’alleanza, nei fatti, di componenti Rosso-Verdi, la terza Rossi-Rosa, con una fogliolina verde.
    E anche l’elettorato è differente. Quello di oggi è molto spostato verso gli under 30 e non fa parte di quella categoria che tu citi e che si sente abbandonata da noi.
    Ebbene questi ragazzi vedono il pericolo della loro stessa sopravvivenza su questa terra e vedono in noi, nella nostra proposta di modello di società e di risoluzione dei problemi, una sponda concreta. Loro sono consapevoli, come noi, che lo sfratto è alle porte e che non è sufficiente un accordo programmatico tra le parti sociali redatto a seguito dell’apertura di un conflitto con il “padrone”, che li salverà. Vedono che il vero conflitto ora in atto è con chi si sta difendendo per la propria stessa sopravvivenza ricercando un equilibrio eco-sistemico.
    Loro lo sanno che è lo stesso Business-sistema ad essere messo in crisi.
    Il reale conflitto che ora è in atto è proprio tra questi “sistemi”. Ma sappiamo, la lotta è impari: l’eco-sistema ha nel suo mazzo delle carte che nessuno è in grado di battere: sono le leggi che tendono “naturalmente” verso l’equilibrio e le azioni che producono sono sotto i nostri occhi, quotidianamente, e la quasi totalità della popolazione occidentale ormai ne ha contezza, sebbene soffra della dicotomia tra il raggiungimento del ben-essere e il mantenimento del ben-avere.
    Ebbene perché allora perché non riusciamo in alcun modo a far apporre quella benedetta crocetta a più del 3 virgola per cento dei votanti?
    Perché ormai da vent’anni il consenso si sposta pressoché con gli stessi numeri da una forza politica ad un’altra lasciando noi sempre a quella percentuale?
    Hai mai pensato che non sia perché quello che noi proponiamo va in totale conflitto con chi vuole mantenere lo status quo che tanto coccola chi ha paura di perdere quella dimensione di ben-avere?
    Aver raccolto le firme per la patrimoniale è stata un’esperienza sociale importantissima: il grosso della popolazione italiana crede di essere Paperone, anche se la proposta di soglia di tassazione è incredibilmente sopra delle loro proprietà. Anche quando lo spieghi nel dettaglio, le perplessità restano altissime.
    Sicuramente ti sei chiesto, come tutti noi, perché non riusciamo ad arrivare a superare questa soglia di elettorato.
    Le spiegazioni saranno tantissime ma io mi soffermerei su questa: per entrare nel giro di coloro che passano dall’uno e quattro per cento al 25 per cento in dieci anni per diventare il primo partito nel paese facendosi passare il testimone da chi a sua volta era stato inventato a tavolino da un comico e un pensatore e prima ancora da chi era entrato in un palazzo di Milano per una riunione a porte chiuse da dove è uscito saltellando come Pinocchio senza rilasciare alcuna dichiarazione…. è necessario sedersi a determinati tavoli e accettare determinate regole. Non è necessario citarli, ne sono certa che tutti coloro che leggono il tuo blog li possono elencare.
    Ecco noi questo non l’abbiamo fatto e, senza timore di smentita, mai lo faremo.
    Non avremo mai i favori di quella parte di mondo che è governata dal business-sistema.
    Insomma siamo indispensabili per vincere le elezioni ma non necessari per essere ai tavoli di governo.
    Siamo in grado di modificare il nostro DNA? Non credo.
    Siamo destinati al 3 virgola per cento? Probabilmente si, esattamente come succede in tutto il mondo dove vigono le regole di una democrazia a regime misto maggioritario e proporzionale poiché rappresentiamo quella parte di mondo che non segue l’onda della propaganda che vende sempre la stessa merce anche se gli cambia nome e vestitino.
    A costoro non è concesso essere seduti ai tavoli dell’egemonia. Troppi nella storia hanno pagato anche con la vita l’espressione del loro pensiero e delle loro azioni. oggi si paga in altro modo. Si paga con l’emarginazione o con il fango, con l’oscuramento o la derisione….
    Mi sovviene un pensiero. L’unica volta che è capitato che ci fossero le forze di sinistra e quelle dei verdi con delle percentuali sufficientemente determinanti per ribaltare il voto, abbiamo avuto talmente tanto “fuoco contro” che l’establishment non ci ha più concesso di risalire.
    Unico dato positivo: non siamo come merce nelle mani del mercato che ormai ha invaso anche il settore della politica. Un brand, un testimonial, uno slogan e il prodotto è venduto. Oggi la fiamma, ieri le cinque stelle, l’altro ieri Pinocchio, due giorni fa il fazzoletto verde di Pontida… domani chissà.
    Ormai l’arco costituzionale è stato coperto quasi tutto. Manchiamo sono noi. Ma noi resisteremo.

  6. Quando e’ iniziata la crisi della sinistra? boh…per me nel 2008 perché non ho capito il bisogno di rinnegare il passato e sposarsi con la Dc. Tutti mi parlavano di governabilita’ed io mi chiedevo sempre cosa mi importasse di avere il mio partito al governo se poi non serviva a seguire le mie istanze di working class. A parte lo zoccolo duro di certe persone che credevano di stare a votare il Pci si sono aggiunte persone che schifavano pure la poverta’ma si definivano o meglio venivano considerati di sinistra.
    A me questa destra fa paura…per mille motivi tra cui il consenso popolare ( come nel 1922) , l’ endorsement del grande capitale come nel 1922, per i venti di guerra e l aria destroide che si respira in Europa.
    Vorrei tanto partecipare di piu’ ma a livello locale non riesco a trovare niente che possa accogliermi.
    Speriamo di avere le forze per combattere!

  7. Vivo e lavoro in agro pontino, colleghi di fabbrica che inneggiano a Mussolini, credono che Meloni o Salvini, ci aiuteranno ad evitare gli sbarchi, e che anzi li vieteranno del tutto …. inoltre i proclami populisti di tutti questi anni hanno esasperato l’odio per la sinistra, quella solidale e che aiuta gli altri, e la credenza che le tasse siano solo ed esclusivamente aumentate dalla sx filo europea. Detto questo, viviamo un momento storico terribile, per odio, cattiveria e invidia nei confronti dell’altro…. secondo voi i social non centrano nulla ? Ecco, la politica oramai è social e fatta di slogan fasulli ma ammiccanti. Maurizio tu al solito sei preciso, puntuale e chiarissimo

  8. Ho letto il tuo articolo e gli interessanti commenti che ne fanno da complemento. Ho l’età di tuo padre, con il dna di sx dalla nascita e la penso esattamente come lui. Non ho esperienza diretta di militanza in alcun partito della galassia di sx, umilmente posso dire che il Pd è diventato sempre più il partito di una borghesia elitaria e quasi sprezzante verso i problemi di gran parte dei lavoratori. Il culmine è stato raggiunto con la segreteria Renzi. , persona che ho sempre sentita estranea ai miei ideali. Non so se nelCongresso, previsto a marzo, sortira qualcosa di nuovo. Spero comunque che vengano azzerati i vertici e che ci siano in loro sostituzione, persone giovani e propositive che si mettano in sintonia con i reali problemi del paese.

  9. Grazie dell’articolo Maurizio!
    Tre osservazioni:
    1) sono abbastanza d’accordo con tuo padre, spero non ci sbagliamo.
    2) quella parte della popolazione che abbiamo tradito e che non rappresentiamo più ora è più astensionista che di destra
    3) assolutamente d’accordo con te “Per quanto scritto sopra, ritengo che l’alleanza elettorale Verdi – Sinistra italiana debba diventare un vero e proprio partito, come sarebbe dovuto già accadere con Liberi e Uguali nel 2018. Non accadde per ragioni che io ancora non riesco a comprendere.”

  10. Caro Maurizio, lascio il mio commento in coda a tutti quelli che mi hanno preceduto e che con attenzione ho cercato di intendere per capire se qualcuno avesse veramente capito ( io ho ancora tanti dubbi) , dopo la batosta elettorale, i reali motivi che hanno spinto il popolo italiano a voltare le spalle alla sinistra. Leggo e faccio mie molte delle considerazione fatte nei commenti precedenti e mi chiedevo come mai nessuno dei dirigenti politici del PD di fronte a cotanta evidenza non abbia chiesto un cambiamento di rotta per evitare la rottura con l’elettorato? Possibile che non si siano resi conto che il maggior partito di sinistra in Italia abbia progressivamente cambiato rotta per spostarsi sempre più in direzione opposta allontanandosi dal popolo e dai lavoratori?
    Volendo segnare un inizio di questa deriva, credo che occorra ritornare indietro al 2013-2014 anno in cui Renzi diventava segreterio del PD e successivamente presidente del Consiglio facendo le scarpe a Letta.
    Quello per me è da considerarsi l’inizio della fine. Da quel momento il PD è stato accompagnato verso il centro tendente a destra. Tra gli orrori commessi cito solamente il job act che ha distrutto e disintegrato in pochi anni il lavoro in Italia. Con Calenda, Renzi ( ma votato in modo quasi umanime da tutto il partito…tranne quei pochi ancora di sinistra che si sono dissociati) ha messo in atto la più grande manovra di Confindustria per distruggere i diritti dei lavoratori italiani e condannando le giovani generazioni al precariato e allo sfruttamento. Nemmeno Berlusconi era riuscito a fare peggio!!! La deriva a destra di questa classe dirigente è tutt’ora in atto e l’unico ad essersi ( colpevolmente) reso conto ( forse troppo tardi) sembra essere stato Bersani.
    Questo PD è anni luce distante dalla gente, dai lavoratori, dai diritti civili e ambientali ( solo chiacchiere e propaganda). Oggi non esiste più dirigente nel partito in grado di invertire la rotta…lo stesso Letta ( che ha venduto ahimè l’anima a Draghi) è stato messo a posto di comando per fare da garante, in modo diabolico e malefico, e confondere l’elettorato.
    Ecco, questa sconfitta elettorale è figlia di tutto ciò ( scusa se ho “volgarizzato” e sintetizzato al massimo un ragionamento che avrebbe meritato una riflessione più profonda e dettagliata)
    La cosa più disarmante è che nonostante la realtà attuale, anziché rifondare tutto è ripartire dagli insegnamenti di Berlinguer ci si ostina a sdrammatizzare e a perseguire nel progetto di deriva del partito lasciando Letta al comando in vista di un congresso che non risolverà nulla…
    Scusa se sono drastico nel mio ragionamento, ma questo partito non è più un partito di sinistra e non lo ritornerà ad essere mai più!
    Ai giovani italiani toccherà ricostruire la sinistra in questo Paese partendo dalla creazione di un nuovo e più credibile soggetto politico!
    Il tuo papà ha ragione da vendere!!!

  11. Caro Maurizio, grazie per aver espresso le tue riflessioni e per aver aperto un dibattito sulla situazione che stiamo vivendo.
    Concordo sostanzialmente con te e con gli intervenuti, pur nei diversi approcci. Il grande problema è il vuoto di idee e di identità, sono le parole vuote di significato, è l’inseguire la destra sul suo stesso terreno, è l’appropriazione di qualsiasi “agenda” pur di non prendersi la responsabilità di un progetto.
    Ma soprattutto, non mettere più il lavoro al centro della politica.
    Permettimi un esempio dal campo che conosco meglio, la cultura. Un ex-DC (che sembra abbia votato per La Russa presidente del Senato e che scandalosamente sta tentando la scalata alla segreteria PD) ha occupato il Ministero come un feudo per due legislature, portando avanti una politica di eventi che davano visibilità alla sua persona e poco e niente alla conservazione e fruizione del patrimonio. Ma, soprattutto, ha spinto all’inverosimile l’esternalizzazione di servizi che erano sempre stati gestiti dal Ministero, con appalti a fondazioni private (qualcuna riconducibile anche a suoi familiari) che pagano i lavoratori, almeno laureati, 5€ all’ora.
    Ora che c’è un simbolo di destra vicino ai nomi delle più alte cariche dello Stato ci fa paura. Ma queste prassi (che temo avvenissero anche in altri Ministeri) cosa hanno di diverso dai programmi politici della destra?
    Purtroppo, non riuscirei a contestare il pensiero di tuo padre.

Lascia un commento

Your email address will not be published.