Da poco ho visitato il Madagascar, terra maestosa, ricca di luci e colori, un trionfo della natura. Mi sono reso conto di non aver letto alcun autore di nazionalità malgascia e così, al mio ritorno mi sono messo alla ricerca, scoprendo così che solo all’inizio di questo secolo gli autori del Madagascar sono stati tradotti in italiano.
Il primo autore proposto, grazie alle Edizioni Lavoro, è stato Jean-Luc Raharimanana, scrittore nato nel 1967 nella capitale, Antananarivo, e trasferitosi in Francia nel 1989. Il primo libro pubblicato è Lucernario, una raccolta di racconti tradotta da Maurizio Ferrara.
Pur avendo letto romanzi e racconti di tantissimi scrittori e scrittrici africani, non sono riuscito a paragonare Raharimanana a nessuno degli autori a me noti; ho percepito, in maniera netta, la sua originalità.
Il primo aspetto della sua originalità è proprio nella descrizione del Madagascar: non ci sono lemuri e nemmeno baobab nel suo libro, non si descrive la natura, non c’è mai il sole, diversi dei dodici racconti sono ambientati di notte. I temi principali sono la povertà, la violenza, anche sessuale, la fatica per sopravvivere, il giudizio degli altri. Gli eventi sono raccontati in un tempo indefinito, che non fa che aumentare l’inquietudine del lettore.
I racconti sono brevi, lo stile è asciutto, essenziale. Mi sono piaciuti tutti, ma due in particolare mi sono entrati nel cuore: Il bambino ricco, per la tenerezza di questo bambino che è ricco solo di una moneta che gli serve per sfamarsi; e Notte, che è poesia pura.
Mi sembra incredibile che questo scrittore sia rimasto praticamente sconosciuto in Italia, spero, con l’articolo in questo piccolo blog, di stimolare l’attenzione nei confronti di Raharimanana.
Grazie