Tutto accadde per caso, qualche anno fa, quando le chiesi l’amicizia su Facebook dopo aver letto un suo commento acuto a un post che trattava di letteratura. Scoprii così che era una giovane scrittrice, che aveva appena pubblicato un libro di racconti. Non lessi quei racconti, ma continuai a visitare il suo profilo, scoprendo una persona mai banale, che pubblica regolarmente post arguti, pungenti, spesso sul tema letteratura, o quanto meno narrativa. Ancora oggi so poco di lei, poco più di ciò che recita la biografia ufficiale ma, una volta scoperto che era stato appena pubblicato il suo romanzo di esordio, mi sono precipitato a comprarlo e a leggerlo.
La scrittrice è Giulia Sara Miori e il romanzo è La ragazza unicorno, pubblicato da Marsilio. L’editore descrive il romanzo con le seguenti parole: Nel giorno del suo compleanno, il 27 gennaio 2022, alle 18.41, il signor Cattaneo esce dal suo ufficio, viene rapito da due loschi figuri e portato, bendato, in un luogo che, quando riapre gli occhi, scopre essere tutto bianco. Il signor Cattaneo medesimo ha avuto in consegna abiti che sono essi stessi tutti bianchi. I due rapitori hanno l’aspetto dei rapitori: cappello, occhiali da sole, sigaretta in bocca. Lo interrogano sul suo lavoro, sui suoi gusti, sulla moglie dalla quale ha divorziato e che non sente da cinque anni, sulle sue abitudini sentimentali, per non dire sessuali. Il signor Cattaneo risponde, in qualche modo non ha paura, in qualche modo capisce che i due che gli stanno di fronte somigliano a qualcuno che ha già visto e, soprattutto, sanno sul suo conto più cose di quante ne sappia lui stesso. Ma chi è la ragazza unicorno? E cos’ha a che fare con quest’uomo apparentemente anonimo e senza pretese? Con un racconto veloce e preciso, comico e tragico, Giulia Sara Miori, che con quest’opera esordisce nel romanzo, insegue – come i due rapitori – un uomo incapace di guardarsi dentro. Un uomo che rifiuta di capirsi, e che dopo essersi capito per caso e non per intenzione, ovviamente, rifiuta di assolversi. Sembrerebbe quest’uomo, il signor Cattaneo, un eroe contemporaneo, e in qualche modo lo è, questo suo rifiuto dell’introspezione è infantile e titanico. Al signor Cattaneo viene data l’occasione di vivere e osservare ciò che è, una nuova coscienza, ma decide che con questa chiarezza non ci farà niente di niente.
Ho ritrovato, nel romanzo, tutte le qualità della Miori che avevo imparato ad apprezzare attraverso i suoi post.Una scrittura precisa come un bisturi, essenziale, di tanto in tanto tagliente. Sebbene, al di là del rapimento, nel romanzo accade poco altro, il ritmo della scrittura è sostenuto, magnetico, tanto da spingermi a continuare a leggere senza pause, o almeno con il minor numero possibile di pause, per scoprire cosa sarebbe accaduto dopo. Allo stesso tempo mi sentivo spiazzato, e così mi trovavo a rileggere certe frasi per cercare di capire, o almeno di interpretare meglio ciò che stava accadendo, o non accadendo, al protagonista. In più di un’occasione ho pensato a Kafka, per le atmosfere simili.
Il bianco, colore prevalente durante il rapimento, ha avuto su di me un effetto disturbante. Per me il bianco rappresenta il vuoto, il nulla, il punto zero, e sarebbe il momento giusto, per il protagonista, di analizzare la sua vita, ma si guarda bene dal farlo.
Un libro che spiazza, sorprende, a tratti disturba. Se, come me, pensate che la letteratura non debba dare risposte ma provocare domande, non debba rassicurare ma inquietare, stimolare, far riflettere, questo è il libro che fa per voi.
Grazie Maurizio!!!
Recensione molto stimolante e invitante. Grazie!