Pochi giorni fa mi sono recato per lavoro in Sud Africa, per lavorare un settimana nello stabilimento di New Germany, non lontano da Durban, e poi nell’ufficio di Johannesburg. La trasferta prevedeva un weekend di pausa, e così i colleghi mi hanno suggerito di prenotare un safari presso Imfolozi Park, a circa tre ore di auto da Durban, con soggiorno in un lodge esclusivo. L’idea mi sembrava allettante, e così ho prenotato dal venerdì pomeriggio alla domenica mattina, quando sarei tornato a Durban per poi volare su Johannesburg.
I colleghi mi avevano raccomandato di partire entro mezzogiorno, così avrei potuto fare la prima escursione già nel pomeriggio. Ero intenzionato a seguire il loro consiglio, ma purtroppo il venerdì mattina mi sono trovato indietro col lavoro e, si sa, nessun animale può risultare più attraente dei sistemi di sicurezza o dei piani di emergenza, così la mia partenza è avvenuta soltanto alle 15.30. La mail di conferma della prenotazione conteneva istruzioni dettagliate su come raggiungere il lodge, ma purtroppo non ho avuto tempo di leggerla, e ho confidato sul fatto che l’autista sapesse il fatto suo. Risultato? Siamo entrati nel parco dal cancello sbagliato, e ci siamo trovati a vagare, al buio, per chilometri di strade sterrate alla ricerca del lodge. Durante la nostra odissea, un pitone ci ha attraversato la strada, con tutta la flemma possibile, tanto che siamo stati costretti a spegnere il motore. Poco dopo, una mamma rinoceronte col suo cucciolo hanno fatto una capatina per strada, per controllare chi disturbasse a quell’ora. Nel frattempo dal lodge mi tempestavano di telefonate, per capire dove eravamo dispersi.
Finalmente arriviamo al Rhino Ridge (questo il nome del lodge) e mi rendo conto che il posto è veramente elegante. Mi accolgono con calore, mi spiegano che mi trovo nel parco più antico del Sud Africa; non è certo un parco famoso come il Kruger, ed è anche dieci volte più piccolo, ma, oltre a essere il più antico, è famoso per ospitare tantissimi rinoceronti, e tutti i principali animali. Mi chiedono conferma della mia intolleranza alimentare: li guardo stupito, al che mi fanno notare che avevo comunicato la cosa quando avevo compilato la scheda di iscrizione. Quando si dice la professionalità…
Mi informano che il giorno dopo ci saranno due game drive, uno alle 6 di mattina, preceduto da un brevissimo caffè, e seguito da una ricca colazione; il secondo alle 16, preceduto da un tè, il pranzo è alle 14. Negli intervalli tra i due safari, si può prenotare un massaggio, o trascorrere del tempo in piscina. La stanza sembra una reggia, luci soffuse per creare un’atmosfera romantica. Mi reco a cena, anche qui luci soffuse, quelle luci talmente fioche da non permettere di vedere ciò che si mangia. Si sa, questa è sciccheria, ma per chi, come me, romantico non è, il non vedere cosa si mangia costituisce un disagio. Mi rendo conto che le porzioni sono striminzite, come si conviene ai luoghi eleganti, ma il cibo è appetitoso.
La mattina dopo, puntuale alle 5.30, prendo il mio caffè e incontro il resto del gruppo. una coppia tedesca in viaggio di nozze, una signora tedesca di una certa età che ha lasciato il marito a letto con la diarrea, un giovane tedesco con fidanzata rumena. Si comincia l’avventura, i compagni di viaggio sono tutti simpatici. Tra gli animali, vediamo elefanti, rinoceronti, zebre, impala. Niente leoni e leopardi, ma va bene lo stesso. Al rientro, ci servono una ricca colazione, anche in questo caso non abbondante, ma decisamente soddisfacente. Passo l’intervallo tra i due safari lavorando un po’ ma, immerso nella natura, questo straordinario non mi pesa. Salto il pranzo, dal momento che ho fatto colazione alle 10, e mi presento per il tè, convinto che si tratti di una bibita con qualche biscotto. Mi ritrovo invece davanti a un vero tè all’inglese, nella versione senza lattosio, preparata apposta per me, che comprende: pasticcio di carne, insalata di carciofi e torta di barbabietole. Non avrei molta fame, ma hanno preparato tutto a posta per me, non posso rifiutare. Mangio tutto, la mia ernia iatale però mi implora di saltare la cena: non le disubbidirò.
Il safari del pomeriggio non riserva particolari sorprese, se non qualche bufalo in lontananza, ma la compagnia continua a essere piacevole, ci chiacchiera, ci si distrae, ci rilassa. Quello che ci voleva per ricaricare le batterie e per smettere di pensare, oh, solo per qualche ora, alla tragedia Ucraina/Russia.
Nostalgia e invidia all’ennesima potenza, soprattutto a quando penso al nostro Etosha sotto il diluvio….
Diffondiamo
Il pitone protagonista assoluto …grande Maurizio
Grande nostalgia della mia Africa!
Per fortuna hai avuto un po’ di tempo per respirare l’aria della savana!