Il 25 settembre si vota anche in Svizzera

Il 25 settembre sarà giornata di elezioni non solo per l’Italia, ma anche per la Svizzera. Il popolo elvetico si recherà alle urne per esprimersi su tre referendum e un’iniziativa popolare, sugli argomenti più vari. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Modifica della legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti e Finanziamento supplementare dell’AVS mediante l’aumento dell’IVA.

Anche in Svizzera il tema delle pensioni è un tema scottante, sia perché le generazioni caratterizzate da un alto tasso di natalità stanno raggiungendo l’età per il pensionamento, sia perché sta aumentando (meno male, dico io) la speranza di vita media. Tra pochi anni le entrate dell’Assicurazione Vecchiaia e Superstiti (AVS) non basteranno più per finanziare tutte le rendite. La riforma di stabilizzazione dell’AVS, chiamata AVS 21, ha lo scopo di garantire il versamento delle rendite per i prossimi dieci anni. Prevede da un lato risparmi e dall’altro un aumento delle entrate. Introduce l’età di pensionamento unica di 65 anni per uomini e donne. Per generare entrate supplementari a favore dell’AVS sarà aumentata l’IVA, con l’aliquota ridotta che passerà dal 2.5 al 2.6%, mentre quella normale passerà dal 7.7 al 8.1%. E’ prevista inoltre una maggiore flessibilità dell’età del pensionamento, scegliendo liberamente la cessazione del rapporto di lavoro fino ai 70 anni, avendo così la possibilità di colmare eventuali lacune contributive. Il consiglio federale e la maggioranza del parlamento è a favore di questa riforma; c’è però una minoranza di parlamentari che, pur non opponendosi a migliorare la situazione finanziaria dell’AVS sul fronte delle entrate, ritiene che, oltre all’aumento dell’IVA, vada destinata all’AVS una parte degli utili della banca nazionale. Il comitato referendario ritiene che questa riforma sia soltanto il primo passo, ma che sia già stato pianificato l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni e che questa riforma sia solo la prima di una serie di azioni per lo smantellamento dello stato sociale.

Personalmente penso che il problema non possa essere risolto colpendo, come al solito, la classe lavoratrice, in particolar modo quella femminile. E’ opportuno ricordare che il salario (e le rendite di vecchiaia) delle donne in Svizzera è, in media, inferiore di 1/3 rispetto a quello degli uomini, che le donne sono spesso costrette a interrompere la carriera lavorativa per occuparsi dei figli piccoli, non essendoci un numero sufficiente di asili nido e servizi sociali in genere… Non ritengo etico chiedere a loro l’ennesimo sacrificio. Alcuni sindacati hanno fatto un sondaggio chiedendo ai lavoratori di esprimersi sul tema, dando così la parola anche ai tanti lavoratori stranieri che non potranno votare ma subiranno comunque le conseguenze di questa riforma. Il rifiuto di questa riforma è stato espresso da una maggioranza schiacciante. Penso inoltre che una parte degli utili della banca nazionale vada utilizzata per migliorare le finanze dell’AVS, e per tutte queste ragioni il mio voto sull’argomento è NO.

Modifica della legge federale sull’imposta preventiva.

La Svizzera riscuote un’imposta preventiva del 35% sui redditi derivanti da interessi sul capitale. I privati che vivono in Svizzera possono chiederne il rimborso, se indicano tali interessi nella dichiarazione d’imposta. Nel caso di interessi da obbligazioni, l’imposta preventiva è dovuta solo per obbligazioni emesse in Svizzera. Per procurarsi capitale, molte imprese emettono obbligazioni in Paesi in cui l’imposta preventiva non è riscossa. Il progetto di legge prevede di esentare dall’imposta preventiva le obbligazioni svizzere, per far sì che le imprese svizzere emettano più obbligazioni in Svizzera. Il progetto abolisce inoltre anche la tassa di negoziazione per le obbligazioni svizzere e altri titoli, dovuta sulle operazioni di compravendita di tali titoli. Contro questa riforma è stato proposto un referendum; il comitato referendario ritiene, infatti, che questa riforma produrrà un aumento della criminalità fiscale. Ritiene inoltre che saranno soprattutto gli investitori esteri a beneficiare di questa riforma, dal momento che l’imposta preventiva continuerà a essere riscossa sui conti bancari dei residenti in Svizzera. Questa riforma produrrà, insomma, un privilegio per pochi.

Di economia ne capisco poco, ma certo non posso approvare una legge che favorisce alcuni a danno di altri, per cui, anche in questo caso, il mio voto sarà NO.

Iniziativa sull’allevamento intensivo.

Oltre ai tre referendum di cui sopra, il popolo elvetico sarà chiamato a decidere su un’iniziativa popolare che, come tutte le iniziative, per essere approvata dovrà ottenere non solo il favore della maggioranza dei votanti, ma anche la maggioranza dei cantoni. La Svizzera dispone di una legge sulla protezione degli animali tra le più avanzate in Europa e inoltre promuove, come sancito dalla Costituzione, forme di produzione agricola particolarmente in sintonia con la natura e rispettosa dell’ambiente e degli animali. Sempre più animali da reddito vivono in stalle che rispondono alle loro esigenze e hanno regolarmente accesso a spazi esterni. Il comitato promotore dell’iniziativa vuole che la tutela della dignità degli animali da reddito quali bovini, suini e polli sia sancita dalla Costituzione. Intende inoltre vietare l’allevamento intensivo, perché lesivo del benessere degli animali. La Confederazione dovrebbe stabilire requisiti minimi più severi in materia di ricovero e cura rispettosi degli animali, di accesso a spazi esterni, di macellazione e anche le dimensioni massime del gruppo per stalla. Tali requisiti dovrebbero soddisfare almeno le direttive Bio Suisse del 2018 e tutte le aziende agricole sarebbero tenute a rispettarle nell’ambito dell’allevamento degli animali. Questi requisiti si applicherebbero anche all’importazione di animali e prodotti animali, nonché di derrate alimentari con ingredienti di origine animale.

Io trovo quest’iniziativa veramente nobile e, se pensassi solo ai diritti degli animali, l’appoggerei senza dubbio alcuno. Pensando però anche agli umani, in un Paese dove la carne costa già tanto e in un momento di crisi come questo, l’aumento dei costi farebbe diventare la carne un bene di lusso, non più accessibile a una parte della popolazione. Seppure a malincuore, è mia intenzione votare NO.

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