Pillole di Silvio nella mia vita

Vauro2023

Silvio Berlusconi se ne è andato l’altro giorno, all’età di 86 anni. Ha rappresentato tutto ciò che io ho avversato per una vita e, proprio per questo, è stato molto presente in essa, anche se io ne avrei fatto volentieri a meno. Vi racconto un po’ di pillole di Berlusconi nella vita di Maurizio:

  1. Le prime elezioni vinte dal Silvio nazionale, a fine marzo del 1994, si svolsero nel giorno della Pasqua ebraica, creando un incidente diplomatico non da poco. Per risolvere il problema, il Governo di allora decise di tenere le urne aperte per due giorni interi, permettendo così ai fedeli di votare dopo il tramonto del lunedì. Per solidarietà, in molti decidemmo di votare il lunedì sera dopo il tramonto e con i miei genitori decidemmo di sfruttare ulteriormente quella pausa regalandoci un lungo weekend di vacanza. Scegliemmo Varsavia, perché era una città non ancora turistica, uscita da poco dalla dittatura comunista. La domenica, mentre eravamo in un autobus locale, un signore anziano, che parlava italiano, ci rivolse la parola, stupito che a Varsavia, e in quella zona in particolare, ci fossero dei turisti. Ci chiese come mai non eravamo a casa a votare; gli spiegammo che avremmo votato la sera dopo. Allora ci domandò: “Chi vince, Berlusconi?” E io, senza pensarci un momento, risposi: “Speriamo di no!” Il signore, inorridito, continuava a chiedere: “Allora vinceranno i comunisti?” E mia madre, prima che io continuassi a parlare, rispose: “Vede, i comunisti da noi sono in realtà socialdemocratici”.
  2. Quando Berlusconi perse le elezioni, nel 1996, io stavo preparando la tesi di laurea. Quel giorno non lavorai molto, forse non lavorai affatto. Lo trascorsi con le orecchie attaccate alla radio ad ascoltare gli aggiornamenti in tempo reale. Tutti in laboratorio eravamo felici, tutti avevamo votato il centrosinistra. Ma c’era un ospite, quel giorno, il tecnico che era venuto a riparare il calorimetro, che diventava sempre più ombroso e taciturno col passare delle ore. Non ci volle molto a capire che nel nostro laboratorio si era introdotto un berlusconiano…
  3. Dopo la vittoria di Silvio del 1994 il settimanale satirico Cuore, con il quale sono cresciuto, pubblicò un poster dal titolo “Pensiero stupendo”, che ritraeva Berlusconi dietro le sbarre. Naturalmente lo appesi in camera, vicino alla scrivania. Un giorno il mio gatto Bambi, uno degli animali più mansueti che abbia mai conosciuto, in un raptus di aggressività si avventò contro il poster per farsi le unghie. Dopo aver squarciato tutto il poster, soddisfatto, se ne andò.
  4. Nei giorni della prima vittoria di Berlusconi, nel 1994, nacque quello che sarebbe diventato il cane di famiglia, un batuffolo bianco, incrocio tra pastore abruzzese e setter. Mio fratello insisteva per avere un cane, io avevo chiesto ai miei familiari di aspettare fino a quando sarei andato via di casa, dopo la laurea. Di lì a poco, pensavo io, ma il resto della famiglia evidentemente prevedeva già la mia lunga disoccupazione, e così il cane arrivò. Dopo avermi imposto tale presenza, non poterono fare a meno di accettare che scegliessi io il nome, e così il cane si chiamo Berlù! Di cognome Sconi, ma non lo chiamavamo mai con nome e cognome, per non farlo piangere.
  5. Nel luglio 2001, avevo programmato di andare a Genova a manifestare, in occasione del G8. All’ultimo momento purtroppo il mio viaggio saltò, come sempre per motivi di lavoro. Il collega andava in ferie e a me toccava il turno di reperibilità per tutto il weekend, perché il direttore di stabilimento non accettò di sostituirmi nemmeno per un solo weekend. Era luglio e tutti scappavano da Milano e dalla Brianza per una gita fuori porta. Così restai a casa. Sappiamo tutti come andò a finire…
  6. Per un breve periodo, tra il dicembre 2004 e il maggio 2005, lavorai a Macherio, non troppo lontano da Villa Berlusconi. A quei tempi tra i colleghi e tra gli abitanti del luogo si praticava uno sport molto diffuso: la restituzione del libricino sulla vita di Silvio, che Berlusconi aveva così generosamente donato agli italiani, che si riconsegnava al mittente lanciandolo oltre il muro. Fui invitato a partecipare anch’io, ma rifiutai: non solo perché non si fanno certe cose, ma anche perché sono uno dei pochi italiani a non aver ricevuto quell’omaggio.
  7. Appena arrivato in Svizzera conobbi un collega, che presto sarebbe diventato un caro amico, che restò colpito dal mio antiberlusconismo. Decise perciò di farmi uno scherzo, inviandomi una finta e-mail da parte di Forza Italia. Sembrava così vera che mi innervosii tantissimo. Telefonai subito a casa per raccontare l’accaduto. Quando mi calmai, risposi alla e-mail con una domanda glaciale: “Come avete avuto il mio indirizzo?”
  8. Nel 2011 ero in Botswana, immerso nella natura, in una delle avventure più belle della mia vita. Viaggiavo con quattro tedeschi. All’arrivo nei parchi nazionali, di solito ci veniva chiesto il passaporto per la registrazione. All’ingresso di Moremi l’addetto alla registrazione leggendo il mio passaporto, mi salutò così: “Italiano, Berlusconi, bunga bunga”.
  9. Nel 2013 mi trovavo a Sokode, una cittadina musulmana del nord del Togo, per assistere alla danza del fuoco. In quei giorni l’esercito francese, con l’aiuto di diversi eserciti africani, stava bombardando il Mali per cercare di distruggere il terrorismo islamico. Dopo un lungo pomeriggio di riposo, uscii con il mio amico Yaya a passeggiare per le stradine del villaggio. Inutile precisare che ero l’unico bianco, e così gli abitanti del luogo si fermavano tutti a parlare con me. Uno, in particolare, scambiandomi per francese, continuava a ripetere “Francois Hollande”, e io continuavo a rispondere di essere italiano. Sembrava non capire, ma all’improvviso capì ed esclamò “Berlusconi, bunga bunga”, al che senza esitazione risposi: “No no, Francois Hollande!”

A me dispiace sinceramente che Berlusconi sia morto, e porgo le mie più sincere condoglianze ai suoi cari. Mi dispiace molto di più, però, che il berlusconismo sia ancora vivo e vegeto.

E voi, che ricordi avete di Berlusconi nelle vostre vite?

3 Comments

  1. Super!i miei ricordi sono meno precisi dei tuoi. Ho ricevuto e letto il primo librino e anche una successiva brochure: capolavori. Per un periodo l’ho anche consetvato, pensando che i posteri avrebbero potuto essere increduli a un mio racconto. Poi i traslochi e il mio minimalismo hanno avuto la meglio.
    Sono stata presa in giro per anni dai colleghi olandesi durante gli scambi tra scuole:
    “Berlusconi ancora lo votate in Italia?”.
    “Ma, no. Non l’ho mai votato!”
    “Nessuno dice di averlo votato, ma intanto e’ sempre li'” e risatine.
    Poi che altro devo dire: la Merkel, la Bindi, la prima ministra finlandese, la nipote di Mubarak, le ragazzine di Portici, il pullman promesso al Monza…

  2. Carissimo Maurizio, io ho ricevuto la stessa esclamazione con tanto di sorrisino di compassione da un aborigeno alla stazione di Sidney!
    Purtroppo il Silvio tutto nostro nazionale, ha tracciato le fondamenta per l‘attuale situazione nefasta!

  3. Caro Maurizio, sempre stupendo leggerti! Vivendo all’estero ormai da molti anni, i miei ricordi purtroppo si riassumono nel semplice : “italiana ? Ah, Berlusconi, bunga bunga”. Tutti coloro i quali si sono lanciati in facili percorsi di beatificazione, non sanno quanto miserevole sia l’immagine degli italiani che questo disdicevole personaggio ha creato al di fuori dei nobili confini nazionali !

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