Il libro che vi presento oggi è perfetto per la rubrica “Libri nascosti”, perché è talmente nascosto da essere addirittura fuori commercio. Sto parlando di “Profughi. Dieci storie vere raccontate da Piergiorgio Paterlini”.
Il libro nasce all’interno del progetto SIPROIMI (ex SPRAR) del Comune di Reggio Emilia, con l’intenzione di descrivere e offrire alcune delle storie di migranti accolti in questo territorio. La cooperativa Dimora d’Abramo, che gestisce il progetto, ha scelto di intraprendere la scrittura di queste storie, condividendo obiettivi e linee di lavoro con il Comune di Reggio Emilia, a dieci anni dall’avvio del progetto.

Lo scrittore Piergiorgio Paterlini si è assunto il compito di incontrare i migranti, di ascoltare queste storie dialogando con i protagonisti, come aveva già fatto per la stesura di alcuni suoi libri famosi, quali Ragazzi che amano ragazzi e I brutti anatroccoli, per poi sparire completamente dal racconto scritto, che si svolge sempre in prima persona. Grazie a Paterlini impariamo a conoscere Aliou, B.S, Chico, Jeobabi, Monson, Samana, Shakawat, Seydou, Sulayman e Zeeshan, i dieci protagonisti del libro, e le loro disavventure nei Paesi d’origine, prima di arrivare, con tanta fatica e sofferenza, in Italia. Scopriamo la loro vita in Paesi quali Mali, Bangladesh, Costa d’Avorio, Congo, Gambia, Sri Lanka, Pakistan… Alcuni sono scappati dalla fame, altri perché in pericolo di vita. Nella prefazione al libro, Paterlini ci pone una domanda retorica: E’ peggio morire di guerra o di fame? E, per dissipare ogni eventuale dubbio, ci fornisce anche la risposta, che per molti di noi è ovvia: E’ peggio morire. I dieci protagonisti del libro sono semplicemente scappati verso la vita.
Vi do un consiglio di lettura: abbiate a portata di mano un fazzoletto mentre leggete. Sebbene non leggerete nulla di nuovo, e sebbene il tono della scrittura sia quanto più neutro possibile, ci si commuove nel leggere le tragedie che i protagonisti dei racconti hanno dovuto affrontare. Sì, molte di queste cose le abbiamo lette negli articoli di giornale, ma l’effetto è diverso. Lì si parlava di sconosciuti, qui di ragazzi che stiamo imparando a conoscere. Leggendo questi racconti, non ho potuto non riflettere sul fatto che tutti questi ragazzi siano scappati da Paesi che sono stati saccheggiati per secoli dall’Occidente, e migrano alla ricerca di sopravvivenza e di una vita migliore, la stessa vita migliore che noi italiani, popolo migrante, cerchiamo da secoli. I migranti sono come le nuvole, e non si possono fermare le nuvole.
Vi starete domandando come ho fatto a leggere questo libro, se è fuori commercio. Molto semplice, ho scritto una e-mail alla Dimora d’Abramo, al seguente indirizzo: segreteria@dimoradabramo.it chiedendo di ricevere una copia del libro. Ho aspettato pazientemente qualche settimana, consapevole che il loro lavoro è un altro, e poi ho ricevuto, gratis, questo gioiellino. In un momento storico buio come questo, Profughi non è solo un raggio di sole nella vita di tanti, ma è un vero e proprio atto di resistenza. Fra non molto, le future generazioni ci giudicheranno per tutto quello che (non) abbiamo fatto in questo periodo storico. Come piccolo, piccolissimo atto di restistenza, contattiamo la Dimora d’Abramo, ordiniamo il libro, leggiamolo, regaliamolo, testimoniamo da che parte stiamo.
Diffondiamo
Partecipo al tuo appello, scrivendo alla casa editrice e diffondendo. Eppure, mi chiedo, come è mai possibile che si debba lottare per “il diritto alla vita” per tutti ? Come è mai possibile che si debba spiegare un fatto (neanche un valore visto che la spinta alla vita fa parte del nostro DNA) tanto evidente ? Sono giorni, questi, di grande scoramento. Come diceva Vittorio Arrigoni, un caro e coraggioso militante dei nostri giorni : restiamo umani.