Svizzera: il 22 ottobre 2023 si vota per il nuovo parlamento

Il prossimo 22 ottobre il popolo elvetico voterà per il rinnovo del parlamento, che anche qui è composto da due Camere, il Consiglio Nazionale (Nationalrat), per il quale si eleggono 200 rappresentanti, e il Consiglio degli Stati (Staenderat), per il quale si eleggono 46 rappresentanti. Gli aventi diritto al voto hanno già ricevuto il materiale elettorale e hanno la possibilità di votare da casa.

Come per le elezioni cantonali, anche in questo caso l’elettore esprime diverse preferenze; per quanto riguarda il canton Zurigo, che è il cantone più densamente popolato, si possono esprimere 36 preferenze per il Nationalrat e due preferenze per lo Staenderat. Le opzioni di voto sono anche in questo caso le più varie: si possono votare tutti i 36 candidati di una lista, oppure si possono eliminare i candidati non graditi di quella lista ed esprimere 2 preferenze per i candidati graditi,

o si può addirittura eliminare i candidati non graditi e inserire candidati di altri partiti.

Sono diventato svizzero a inizio 2021, quindi voterò per la prima volta per il Parlamento. Quando arrivai nel 2008, da migrante privilegiato, nel senso che avevo già un ottimo lavoro e l’azienda mi aveva aiutato a trovare un appartamento, tutto mi sembrava bellissimo: tutto funzionava, tutto era pulito, sembrava di vivere nel mondo perfetto. Mi bastarono poche settimane, e qualche passeggiata lontano dai centri delle città, per rendermi conto che la situazione era diversa. La conoscenza degli italiani di seconda generazione, e poi degli italiani emigrati prima di me, e, infine, la conoscenza della lingua che mi permise di diventare amico degli svizzeri, mi diedero modo di rendermi conto che la Svizzera è la patria delle disuguaglianze. Chi è ricco qui, è veramente molto ricco. La classe media conduce una vita dignotosa, ma chi svolge lavori umili fa molta fatica a sopravvivere. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio: il salario minimo mensile nel canton Zurigo è di 4500 CHF; questa è la cifra per una vita appena decente qui. Ci sono tante persone che non riescono a raggiungere questa cifra con un solo lavoro, e perciò devono svolgerne due. Sono quelle persone che incontro, stanche e assonnate, quando prendo il treno alle 5 di mattina per iniziare uno dei miei tanti viaggi di lavoro.

Dal punto di vista politico, ho notato che ci sono cose che qui sono considerate positive mentre in Italia sono negative. Qualche esempio: i governi di grande coalizione sono la regola e sono formati dai primi 4 partiti (storicamente SVP, che rappresenta l’estrema destra, non dissimile dalla Lega italiana; SP, socialdemocratici che rappresentano la sinistra, non dissimili dal partito democratico; FDP, liberali che rappresentano la destra, e infine Die Mitte, il Centro). Le differenze tra i partiti sono molto minori di quanto si possa immaginare, SVP a parte, che cavalca populismo, razzismo e xenofobia e che purtroppo risulta essere molto spesso il primo partito. Qui le lunghe carriere politiche, a partire da quelle dei ministri, che restano in carica per anni se non per decenni, sono viste molto positivamente. Alle elezioni cantonali dello scorso febbraio, i consiglieri di Horgen eletti, 15, sono stati tutti gli uscenti, nessun nuovo consigliere è stato eletto. L’affluenza al voto, sebbene si possa votare comodamente da casa, non è elevata. Alle scorse elezioni politiche votò solo il 37% degli aventi diritto, ma questo non sembra essere un grosso problema, così come il fatto che il voto da casa non garantisca la segretezza dello stesso.

Ciò che mi colpisce di più è però che queste disuguaglianze siano accettate da molti, troppi. Se penso ai miei amici elvetici, non mi meraviglio che gli avvocati e i medici siano orientati verso il partito liberale (FdP), ma mi meraviglia molto di più che simili orientamenti abbiano i miei amici tramvieri, insegnanti, operai. Per loro il problema sono le tasse troppo elevate (cosa ovviamente non vera) e il numero di stranieri sempre crescente, ma non si occupano di combattere per risolvere i problemi che, senza saperlo, li affliggono. Mi sto riferendo al costo eccessivo degli immobili, non solo di acquisto (un mutuo si esinguerebbe in due generazioni) ma anche di affitto, ai costi stellari delle assicurazioni sanitarie, qui obbligatorie, alle pensioni statali che non permettono la sopravvivenza da anziani… Per non parlare di problemi transnazionali, quali i cambiamenti climatici e le guerre, che si moltiplicano come virus.

Eppure ci sono partiti che si occupano di questi temi, e che avrebbero bisogno di maggiore attenzione, nel senso di maggiore partecipazione da parte degli elettori. Penso a partiti come die Gruene (Verdi), che svolgono questo compito a livello nazionale; a livello locale ci sono diversi partiti che sostengono le stesse battaglie, e lottano per entrare in Parlamento; tra questi, la Alternative Liste, che sostengo convintamente, tanto da essermi candidato con loro alle elezioni cantonali. La Alternative Liste non esprime candidati allo Staenderat, e pertanto lì voterò convintamente il partito dei Verdi. Per chi fosse ancora indeciso sul da farsi, è possibile consultare I profili dei candidati sul portale Smart Vote.

1 Comment

  1. Grazie per la descrizione accurata. C’è una fetta estesa di working poor (lavoratori poveri), che nonostante i diversi lavori e orari estenuanti non raggiungono il livello minimo. E a ZH città 4500 senza ulteriori aiuti non coprono
    Spesso neanche le necessità di base.

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