Zucchero (piccola storia amara): il ritorno di Piera Ventre

Inizia

Cosa succede se una scrittrice che amo, Piera Ventre, che è di casa in questo blog, incontra una casa editrice che amo, Marotta & Cafiero, che è di casa in questo blog?

Il risultato è un breve romanzo, o un racconto lungo, Zucchero, che ha per sottotitolo “piccola storia amara”. L’editore descrive il libro con le seguenti parole: Anni Cinquanta. Estate. Lora ed Enni si trasferiscono con la madre in una piccola casa in affitto, nei pressi di uno zuccherificio. Il padre le ha abbandonate, ma non si deve sapere. Per tutti, è morto. Da questo affresco familiare, Piera Ventre comincia il racconto di due gemelle, due bambine che giocano a specchiarsi l’una con l’altra, che fuggono dall’odore dello zucchero per rifugiarsi in uno stagno, fra le rane. La storia che porta a una sparizione, un terribile dramma sul finire dell’estate. Questo romanzo è un gioco di contrasti, dove l’odore dello zucchero diventa nauseabondo e il legame fra due gemelle inquieto. Un mondo disvelato agli occhi innocenti dell’infanzia.

In questo breve romanzo ho immediatamente trovato la Piera Ventre che mi è familiare, con la sua scrittura accurata, ma allo stesso tempo essenziale. Ci racconta la storia di un’infanzia, Piera Ventre, di un’infanzia che sta finendo, perché le protagoniste, Lora ed Enni, si stanno per affacciare nell’adolescenza. Ci racconta questo periodo come caratterizzato da sottili tormenti, che non fanno rumore, che sembrano grandi ma con i quali, col passare del tempo, si imparerà a convivere. Ci racconta della scoperta dei primi segreti degli adulti, che non sono gli eroi che avevamo creduto. L’infanzia delle due protagoniste si interrompe bruscamente a causa di un evento drammatico, una sparizione, eppure non è sulla sparizione che la Ventre si sofferma; l’autrice si concentra soprattutto su quel fenomeno spesso non piacevole che è la crescita, che avviene comunque, nonostante tutto, e porta con sé dei dolori gentili.

Leggendo questo libro, mi è ritornata in mente la fine della mia infanzia, che non è stata interrotta da eventi traumatici ma è terminata in maniera naturale, eppure ha procurato anche a me una serie di piccoli, gentili dolori. Che sia così per tutti? Il romanzo della Ventre mi ha stimolato questo interrogativo, a cui non so dare risposta. E voi, cosa ricordate della fine della vostra infanzia?

6 Comments

  1. Nella foga di pubblicare l’articolo non ho menzionato la copertina e le bellissime fotografie che corredano il libro, oltre a un interessante soundtrack. Ancora un ottimo lavoro di Marotta & Cafiero

  2. L’autrice Piera Ventre è stata una bellissima scoperta. Altro libro consigliato da te qui. Raro trovare autori/autrici contemporanei italiani del suo calibro.
    Anche questo sarà nella mia lista dei desideri. Grazie

Lascia un commento

Your email address will not be published.