Molti sostengono che i social network siano il male assoluto, ma io non sono assolutamente d’accordo; mi limito a pensare che tutto dipenda da come noi li usiamo. Facebook, per esempio, anni fa mi è stato indispensabile per tenere i contatti con la famiglia lontana e con gli amici più cari in un momento di dolore e disperazione. Lo stesso Facebook mi ha messo in contatto con persone sconosciute che hanno i miei stessi interessi, con le quali si possono avere scambi profondi su argomenti che interessano; nel mio caso la lettura, il tennis, la politica, il continente africano…
Una di queste persone è sicuramente Angelo Di Liberto, scrittore, che in Facebook gestisce, da tanti anni, il gruppo “Billy, il vizio di leggere”, che non solo mi ha dato tanti spunti di lettura, ma mi ha fatto conoscere diversi autori interessanti, che ho cominciato a seguire assiduamente. Ezio Sinigaglia è sicuramente uno di questi. Lo scoprii anni fa con il romanzo “Eclissi”, pubblicizzato tramite “Modus legendi”, una delle iniziative di Billy. Il romanzo mi piacque molto, tanto da suggerirlo a chiunque, tanto da regalarlo agli amici; l’ultimo lettore di Eclissi è stato, poche settimane fa, mio padre, anch’egli entusiasta.
Qualche giorno fa ho letto uno degli ultimi scritti di Sinigaglia, L’amore al fiume (e altri amori corti), pubblicato dalla casa editrice napoletana Wojtek. Nel risvolto di copertina, il libro è presentato con le seguenti parole: Un campo militare estivo fra i boschi, il fiume e un paesello di poche anime: in una situazione di solitudine collettiva e di eccitante reclusione all’aperto si muovono i giovani bersaglieri protagonisti di questi sei racconti. Il vento di un desiderio irresistibile e vago a un tempo muove ciascuno di loro verso una meta confusa, che occasionalmente può trovarsi a coincidere con la meta di un altro, chiarendosi allora a un tratto nelle parole o nei gesti prima ancora che nei progetti, piuttosto imprecisi. È sabato, la disciplina già blanda del campo gode di ulteriori indulgenze, la sensualità dell’aria di giugno, la complicità delle ombre, i sussurri della natura spingono a passi inattesi. La misteriosa bellezza del paesaggio avvolge quella ancor più misteriosa dei corpi, e niente più della guerra è lontano dai cuori.

Servizio militare dunque, servizio militare di qualche anno fa. Un lettore supeficiale potrebbe accostare questo libro a Pao Pao di Piervittorio Tondelli, ma a mio parere è solo il tema ad accomunare i due scritti. I racconti di Sinigaglia sono densi di tematiche, che vanno ben oltre quella, evidente e benissimo descritta, dell’erotismo e del desiderio sessuale; l’autore mette in evidenza non solo le diverse provenienze geografiche dei bersaglieri, e quindi il loro diverso vissuto, ma anche la differenza di ceto sociale, e quindi la differenza di possibilità, che i giovani protagonisti hanno.
Ogni volta che finisco uno scritto di Sinigaglia provo un senso di soddisfazione e sazietà allo stesso tempo, come alla fine di un pranzo domenicale riuscito bene, dove si è mangiato senza abbuffarsi, ma gustando il cibo cucinato con cura e attenzione. Ho provato questa sensazione anche alla fine della lettura de L’amore al fiume. L’unico inconventiente di questo senso di sazietà è la difficoltà di scegliere quale libro leggere successivamente.
Diffondiamo
Il libro non l’ho ancora letto, ma vi intravedo circostanze per me dense di immagini più oniriche che non parte della realtà. A suo tempo questioni conturbanti. Oggi situazioni forse meno realistiche ,ma per noi fascinosamente capaci di farci regredire nel tempo.
Un motivo in più per scoprire questo autore che mi aveva incuriosito già quando era stato scelto tra la cinquina di Modus Legendi. Grazie per darci sempre spunti interessanti.