Asylum: fotografie per conoscere i rifugiati

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Forse non tutti sanno che, dei 193 Paesi riconosciuti dalle Nazioni Unite, 85 criminalizzano le persone LGBTIQ+ con limitazioni della libertà di espressione, con la possibilità, in alcuni, di finire in prigione, o di essere addirittura condannati a morte. Nel dettaglio, la condanna a morte è prevista nei seguenti Paesi: Mauritania, Somalia, Afghanistan, Iran, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Yemen. La prigione è prevista in 61 Paesi, in 6 dei quali è previsto addirittura l’ergastolo: Uganda, Zambia, Tanzania, Sudan, Barbados e Guyana.

Di contro, solo 11 Paesi hanno inserito, nella propria costituzione, la protezione contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale: Malta, Portogallo, San Marino, Svezia, Sudafrica, Bolivia, Cuba, Ecuador, Messico, Nepal, Fiji e soltanto 4 proibiscono le cosiddette “terapie di conversione”: Germania, Malta, Brasile, Ecuador.

Questi numeri vi hanno sorpreso, vero? Immaginate cosa significhi aver paura di esprimere i propri sentimenti, o di subire abusi, in famiglia o da parte dello Stato, per ciò che si è o per chi si ama. Immaginate di scappare per trovare la propria sicurezza e subire discriminazione anche nella comunità che accoglie, a causa di omofobia, bifobia, transfobia.

Avete provato a immaginare e non ci siete riusciti, perché troppo doloroso il solo pensiero? Ecco, sappiate che questo è ciò che diversi rifugiati che incontriamo nel nostro Paese hanno subito. Il fotografo italiano Umberto Nicola Nicoletti, figlio di madre nata in Libia da genitori siciliani e di padre nato in Calabria ed emigrato in Germania, ha realizzato un libro fotografico che racconta queste persone.

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Il libro si intitola Asylum, è edito da Rizzoli, è scritto sia in inglese che in italiano, ed è unico nel suo genere per un motivo molto semplice: le foto non sono tristi e lugubri, piene di persone derelitte, ma Nicoletti ha rappresentato queste giovani donne e uomini in tutto lo splendore della loro età e della loro vitalità. Tutti i protagonisti sembrano dei modelli che gareggiano in bellezza, le foto sono meravigliose. A corredo delle foto, i loro pensieri. Eccone alcuni:

Mio padre aveva sentito che avrei voluto sposare un uomo e mi sta ancora cercando per ammazzarmi. Nel mio paese per ripulire il tuo onore devi lavarlo con il sangue” (Eurasia).

Quello che mi è successo qui in America per mano del Dipartimento per la Sicurezza Interna è stata l’esperienza più traumatica. Sono venuto qui implorando aiuto per la mia incolumità. Ma mi avete messo in carcere completamente nudo in una stanza gelata pur non avendo commesso alcun crimine. Non te lo aspetti qui, ma nel mio paese. Sei solo un richiedente asilo, non sei nessuno. Io non voglio essere nessuno e sono stanco di esserlo” (Americhe).

Ho passato una vita a nascondermi, e sono venuto in un paese in cui posso dichiararmi ed essere me stesso. Ora sto aspettando di sapere se mi toccherà tornare indietro e ricominciare a nascondermi” (Africa).

I miei amici, mia madre e i miei parenti mi chiedevano perché non avessi un ragazzo. La pressione sociale era pesantissima… Così, per evitare di essere scoperta, quando ero giovane frequentai degli uomini e arrivai addirittura a sposarmi” (Eurasia).

Ogni tanto parlo con mia madre. Mio padre non l’ho più sentito, non vuole più parlare con me. Ma una madre come può rinnegare chi ha portato in grembo?” (Oceania).

Un altro libro necessario, per conoscere il mondo che ci circonda.

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