Le mie stelle nere: la conoscenza per distruggere il razzismo

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Il libro che vi presento oggi è rimasto inspegabilmente sul comodino per dieci lunghissimi anni, prima che mi decidessi finalmente a leggerlo; lo avevo comprato appena pubblicato, tanto che sulla copertina è ancora presente l’etichetta con la scritta “Novità”. Sto parlando di “Le mie stelle nere”, scritto dall’ex calciatore Lilian Thuram (con la collaborazione di Bernard Fillaire) nel 2010 e pubblicato dall’editore Add nel 2013, con la traduzione di Sara Prencipe. Questo libro mi ha fatto compagnia durante il mio viaggio in Malawi, e mai lettura fu più azzeccata.

Per chi non lo conoscesse, l’autore, francese, nato nel 1972 in Guadalupa, è l’ex calciatore di Parma e Juventus e padre di Marcus Thuram, attuale giocatore dell’Inter. Sostiene da sempre che non nasciamo razzisti, ma lo diventiamo. Per questo, tramite la sua fondazione “Fondation Lilian Thuram” Education contre le racisme, si impegna a distruggere il razzismo attraverso la conoscenza. Nel presentare la fondazione, scrive che “Razzisti non si nasce, lo si diventa. Questa verità è la chiave di volta della Fondazione Education contre le racisme. Il razzismo è una costruzione intellettuale e soprattutto politica. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che di generazion in generazione la Storia ci ha condizionati a tal punto che abbiamo finito per considerarci neri, bianchi, maghrebini, asiatici…

Per poter distruggere i nostri pregiudizi è importante capire come sono nati. La nostra società deve assimilare il semplice concetto che il colore della pelle, il genere, la religione, la sessualità di una persona non ne determinano affatto l’intelligenza, la lingua che parla, le abilità fisiche, la nazionalità, quello che le piace o che detesta. Ognuno di noi è in grado di imparare qualsiasi cosa, che sia il meglio oppure il peggio”.

Questo libro rappresenta un ulteriore strumento per diffondere la conoscenza. L’autore lo presenta così: “Durante l’infanzia mi hanno indicato molte stelle. Le ho ammirate, le ho sognate: Socrate, Baudelaire, Einstein, Marie Curie, il generale De Gaulle, Madre Teresa… Ma nessuno mi ha mai parlato delle stelle nere. I muri della mia classe erano bianchi, erano bianche le pagine dei libri di storia. Non sapevo nulla dei miei antenati. Soltanto la schiavitù veniva citata. Presentata in quel modo, la storia dei neri non era altro che una valle di armi e di lacrime. Questi ritratti di donne e uomini sono il frutto delle mie letture e conversazioni con alcuni storici e studiosi. Perché il modo migliore per combattere il razzismo e l’intolleranza è arricchire le nostre conoscenze e il nostro immaginario. Da Lucy a Barack Obama, passando per Esopo, Dona Beatriz, Puskin, Anna Zingha, Aimé Césaire, Martin Luther King e molti altri: stelle che mi hanno permesso di evitare la vittimizzazione, di credere nell’Uomo e soprattutto di avere fiducia in me stesso.”

L’autore ci presenta le storie di una cinquantina di uomini e donne che per lui sono state fondamentali, e, leggendo le loro storie, ho imparato molto anch’io. Certo, alcune di queste persone le conoscevo molto bene: penso a Mandela, Billie Holiday, Lumumba, Addi Ba, di cui vi avevo già raccontato grazie al romanzo Il terrorista nero. Molte altre le ho conosciute grazie a questa lettura: la poetessa Phillis Wheatley, il viaggiatore interplanetario Checick Modibo Diarra, lo scrittore camerunense Mongo Beti, il musicista dell’Illuminismo Chevalier de Saint-Georges… Mentre leggo il libro rifletto che non ho mai sentito parlare, a scuola, di queste persone, ma le ho scoperte grazie ai miei approfondimenti extra e post-scolastici.

Mi ha colpito particolarmente l’elenco delle invenzioni che hanno come genitori scienziati neri. Qualche esempio? L’asse da stiro fu inventato da Sarah Boone, l’asciugatrice per abiti da Ellen F. Eglin, il sistema di apertura e chiusura degli ascensori da Alexander Miles nel 1867, la maschera antigas da Garrett A. Morgan, la trasfusione di sangue da Charles Richard Drew

Il libro è scritto in maniera scorrevole, con parole semplici, in modo da essere accessibile ai lettori di tutte le generazioni. Più lo leggevo, più mi rendevo conto della mia ignoranza sul tema. Al tempo stesso, la mia ignoranza mi spingeva a continuare a leggere per saperne di più. A chi cosigliare la lettura di questo libro? Faccio mie le parole di Thuram: Sapreste citarmi uno scienziato nero? Un esploratore nero? Un faraone nero? Se non lo sapete, qualunque sia il colore della vostra pelle, questo libro è per voi.

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